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Brexit: dubbi sul fondo di solidarietà europeo da 5 miliardi

Per la Corte dei conti europea la regolamentazione della cosiddetta "riserva di adeguamento", istituita dalla Commissione Europea per sostenere economicamente gli Stati più colpiti dal recesso del Regno Unito, andrebbe rivista


di Gabriele Iuvinale

In un parere pubblicato due giorni fa, la Corte dei conti europea, l'organo di controllo delle finanze dell'Unione, ha espresso forti timori sulla la recente proposta della Commissione Europa riguardante l'istituzione di un fondo, del valore di 5 miliardi di euro, volto a sostenere gli Stati membri, le regioni e i settori più colpiti dal recesso del Regno Unito. Il fondo, denominato appunto "riserva di adeguamento", presenterebbe, infatti, incertezze e rischi per gli Stati.


“La riserva di adeguamento alla Brexit è un’importante iniziativa di finanziamento volta a contribuire a mitigare l’impatto negativo della Brexit sulle economie degli Stati membri”, ha dichiarato Tony Murphy, Membro della Corte dei conti europea e responsabile per il parere. “La Corte ritiene che la flessibilità offerta dalla riserva non debba creare incertezza per gli Stati membri”.

In particolare, la Corte sostiene che, con le attuali regole, gli Stati membri riceverebbero un livello insolitamente elevato di prefinanziamenti senza dover fornire in anticipo alla Commissione europea dettagli sulle misure da finanziare. Sebbene ciò consenta una reazione rapida alla situazione eccezionale, l’ammissibilità e l’adeguatezza di tali misure, sostiene la Corte, non verrebbero valutate dalla Commissione prima della fine del 2023. La Corte avvisa, inoltre, che la struttura e la tempistica proposte accrescerebbero il rischio che vengano scelte misure poco ottimali e non ammissibili.


La cornice normativa

Il 1° febbraio 2020 ha avuto luogo il recesso del Regno Unito dall’Unione europea.

Dal 1° gennaio 2021, termine del periodo di transizione, l’UE e il Regno Unito costituiscono due mercati separati e due spazi normativi e giuridici distinti. Sono stati creati ostacoli agli scambi di beni e servizi e alla mobilità transfrontaliera, con conseguenze per la pubblica amministrazione, le imprese, i cittadini e i portatori di interessi di entrambe le parti.

In tale contesto, nella riunione straordinaria del 17-21 luglio 2020, il Consiglio europeo ha annunciato l’istituzione di una nuova riserva di adeguamento alla Brexit, con una dotazione complessiva di 5 miliardi di euro a prezzi del 2018.

La Commissione europea ha presentato la proposta per l'istituzione del fondo il 25 dicembre scorso. Prevede di attivare la riserva di adeguamento in due tranche di dotazioni: la prima nel 2021, sotto forma di un prefinanziamento del valore di 4 miliardi di euro, mentre l’importo rimanente di 1 miliardo di euro verrebbe versato principalmente nel 2024, per coprire eventuali spese ammissibili eccedenti il prefinanziamento già erogato.

Per poter beneficiare di tali risorse, gli Stati dovranno presentare una domanda entro il 30 settembre 2023, indicando le spese pubbliche sostenute durante il periodo di ammissibilità. I finanziamenti originati dalla riserva saranno esclusivamente destinati alle spese direttamente collegate alle misure adottate dagli Stati quali, tra le altre:

  • quelle a favore delle imprese e delle comunità danneggiate dal recesso del Regno Unito;

  • quelle a sostegno dell’occupazione;

  • quelle per sostenere le imprese locali che dipendono dalle attività di pesca nelle acque britanniche;

  • quelle a favore dei settori economici più duramente colpiti.

Una volta inviate, le domande verranno esaminate dalla Commissione per verificarne la conformità ai requisiti della proposta.



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