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Immagine del redattoreGabriele Iuvinale

Cina e Pakistan approfondiscono la cooperazione militare. Cresce l'influenza cinese in Asia

"Il rapporto tra i due eserciti è un pilastro importante della relazione tra i due Paesi", ha dichiarato oggi Zhang Youxia, Vicepresidente della Commissione militare centrale delle forze armate cinesi. La Cina, dunque, è sempre più presente in tutta l'Asia


G e N Iuvinale


Nel pomeriggio di oggi, 20 giugno, Zhang Youxia, membro dell'Ufficio politico del Comitato centrale del PCC e Vicepresidente della Commissione militare centrale - il massimo organo delle forze armate cinesi (PLA) - ha incontrato a Pechino il Gen. Sahir Shamshad Mirza, presidente del Joint Chiefs of Staff del Pakistan.



Gen. Sahir Shamshad Mirza
CMC Cina

"La Cina è disposta a lavorare con il Pakistan per attuare l'importante consenso raggiunto dai leader dei due paesi, intensificare ulteriormente gli scambi ad alto livello e la comunicazione strategica, arricchire ed espandere la cooperazione pratica e unire le mani per affrontare varie sfide globali. Il rapporto tra i due eserciti è un pilastro importante della relazione tra i duePpaesi. Si spera che i due eserciti continueranno a sostenersi a vicenda strategicamente, promuovere una più profonda e solida cooperazione in materia di difesa e sicurezza e mantenere congiuntamente la pace internazionale e regionale e stabilità", ha affermato Zhang Youxia in una nota pubblicata dal CNR, il quotidiano on line della PLA.


Da parte sua, il Gen. Sahir Shamshad Mirza ha detto che "l'amicizia tra Pakistan e Cina è più alta delle montagne, più profonda dei mari, più dura dell'acciaio e più dolce del miele. Grazie per il forte sostegno a lungo termine della Cina allo sviluppo e alla sicurezza del Pakistan. Indipendentemente da come cambi la situazione internazionale e regionale, il Pakistan sostiene fermamente la posizione di principio della Cina su Taiwan, Tibet, Xinjiang, Hong Kong e altre questioni. L'esercito pakistano è disposto ad approfondire la cooperazione con l'esercito cinese in vari campi come visite reciproche ad alto livello, esercitazioni e addestramento congiunti, antiterrorismo e mantenimento della stabilità, per salvaguardare interessi comuni e promuovere lo sviluppo comune".


Focus BRI

La cintura economica della Via della Seta (BRI) collega Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Iran, Iraq, Giordania, Siria, Arabia Saudita, Turchia, Azerbaigian, Georgia, Armenia, Ucraina, Bielorussia, Moldavia, Pakistan ed altri Paesi.


In particolare, il 7 settembre 2013 è stata avviata la Cintura economica della Via della Seta collega i Paesi dell'Asia centrale. La rotta della BRI si estende all'area del Mar Baltico attraverso l'Asia centrale e la Russia, all'area del Mar Mediterraneo attraverso l'Asia centrale e l'Asia occidentale all'area dell'Oceano Indiano attraverso la Cina sudoccidentale.


Il Pakistan, in particolare, è interessato dal "Corridoio economico Cina-Pakistan" (CPEC). Lungo 3.000 chilometri, il CPEC parte da Kashgar in Cina e termina a Gwadar in Pakistan e collega la cintura economica della Via della seta a nord e la Via della seta marittima a sud. È una rete commerciale di autostrade, ferrovie, oleodotti e cavi ottici. Per Pechino, il corridoio CPEC rappresenta "un progetto faro nell'ambito della Belt and Road Initiative".


I leader di Cina e Pakistan condividono da anni una profonda amicizia. Nel 2022, la banca centrale cinese ha firmato un memorandum di cooperazione con la State Bank of Pakistan per stabilire accordi di compensazione in renminbi (RMB) in Pakistan.


Come si è scritto nel saggio La Cina di Xi Jinping, Verso un nuovo ordine mondiale sinocentrico? , nell’Asia meridionale e centrale Pechino investe molto nelle infrastrutture di trasporto per espandere le rotte commerciali verso l’Eurasia e l’Europa e per garantire il flusso di energia, materie prime ed altre risorse. Il ChinaPakistan Economic Corridor (CPEC) funge da fiore all’occhiello dell’Asia centrale nella Belt and Road Initiative. Il CPEC si collega anche alla “Via della seta marittima del 21° secolo” della BRI, migliora notevolmente l’accesso al Medio Oriente attraverso il porto pakistano di Gwadar e crea un collegamento con i progetti cinesi al porto di Hambantota nello Sri Lanka, al porto di Chittagong in Bangladesh e a quello di Feydhoo Finolhu nelle Maldive.


In Asia, il PCC da tempo ha affermato un dominio politico ed economico in molte aree. La Cina sta cercando un accordo di cooperazione in materia di sicurezza, polizia e comunicazioni con diversi Paesi. L’intesa prevede una cooperazione su reti di dati, sicurezza informatica e sistemi doganali intelligenti. Questo fornirebbe al Partito Comunista Cinese (PCC) l’opportunità di raccogliere biodati e condurre una sorveglianza di massa.


La Cina, dunque, considera da tempo i Paesi dell'Asia meridionale e centrale come una priorità strategica, nella quale la costruzione di relazioni pubbliche e la "rappresentazione" della sua presunta "buona volontà", sono vitali per garantirsi i propri interessi economici, geopolitici e di sicurezza.

Lo scorso anno, AidData, un laboratorio di ricerca presso il William & Mary's Global Research Institute, ha pubblicato un ampio studio sugli sforzi della diplomazia pubblica cinese nella regione, che vanno dal finanziamento, all'istruzione, alla cultura e ai social media, che cercano di conquistare leader e cittadini stranieri in quella che Pechino considera la sua "più grande periferia".


Il rapporto Corridors of Power, accompagnato da una dashboard interattiva, analizza gli sforzi di Pechino, compiuti in due decenni, per coltivare e approfondire i legami economici, sociali e di rete con 13 Paesi dell'Asia meridionale e centrale (SCA).


Questi legami promuovono l'interdipendenza con la Repubblica popolare cinese (RPC) - che ha il potenziale per rafforzare e contenere i paesi SCA - minacciando al contempo di sostituire o ridurre l'influenza di rivali regionali come Russia, India e Stati Uniti.

Il rapporto esamina come la RPC abbia impiegato 127 miliardi di dollari in diplomazia finanziaria per influenzare l'opinione popolare e il comportamento dei leader in un periodo di 18 anni.


Questi multi-finanziamenti statali comprendono sia aiuti (ovvero sovvenzioni e prestiti agevolati), che debiti (cioè prestiti non agevolati che si avvicinano ai tassi di mercato) in quattro forme di assistenza: finanziamenti infrastrutturali, aiuti umanitari, sostegno di bilancio e sgravio del debito.


La ricerca rileva come Pechino non distribuisce la sua attenzione equamente fra i vari Paesi: oltre i confini nazionali, la RPC vede chiaramente alcune comunità come strategicamente più importanti di altre per promuovere i propri interessi.


Secondo gli autori, Pechino sta impiegando tre distinte strategie di diplomazia pubblica subnazionale, adattando il suo impegno per promuovere al meglio specifici obiettivi economici, di sicurezza e geopolitici.

La diplomazia finanziaria cinese è altamente concentrata: il rapporto rileva che Pechino concentra la parte più ingente dei contributi in sole 25 province (che ricevono il 62% dei finanziamenti) e 25 distretti (che ricevono il 41% dei finanziamenti) nella regione SCA.


I distretti più popolosi e quelli con gasdotti naturali sono i destinatari di questi denari e i corridoi e gli oleodotti marittimi del Pakistan attirano quasi un terzo di tutta la diplomazia finanziaria cinese, che impiega nei paesi SCA, favorendo legami economici con implicazioni locali, nazionali e regionali .


Gli autori sostengono che gli strumenti economici e la soft power impiegata da Pechino sono strumenti formidabili nell'esercitare la sua influenza sui quei paesi.


Il rapporto riconosce che più il pubblico e le élite di SCA costruiscono legami interpersonali stretti con le controparti cinesi, più hanno la capacità di rivolgersi a questi social network quando si tratta di reperire beni, servizi, capitali e altre partnership economiche.


E Pechino sembra fare un passo avanti: mentre Russia, India e Stati Uniti hanno una presenza di lunga data, AidData rileva che la Cina ora rappresenta il 30 percento delle istituzioni linguistiche e culturali nella regione, superata solo dagli Stati Uniti.


Pechino ha coltivato 193 legami con 174 città nella regione SCA, ma oltre la metà di tutti i legami (52%) si sono concentrati su sole 16 città ritenute prioritarie.


Per la prima volta, lo studio offre agli utenti la possibilità di visualizzare dove e come si concretizza la "diplomazia finanziaria cinese", anche attraverso la dashboard interattiva, resa possibile da un set di dati unico sugli strumenti economici e di soft power del PCC.





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