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Immagine del redattoreGabriele Iuvinale

Congo, ufficiale: la Marina cinese si occuperà della sicurezza del Golfo di Guinea

La visita della PLANavy in Congo fa seguito a quelle in Nigeria e nel Gabon dove Pechino sta compiendo sforzi per accrescere la sua influenza sulla costa Atlantica dell'Africa


G Iuvinale


Il 14 luglio scorso una flottiglia navale cinese (PLANavy) è arrivata al porto di Pointe-Noire, capitale economica della Repubblica del Congo.



Questa foto scattata il 14 luglio 2023 mostra i membri dell'equipaggio della marina cinese che salutano le persone a terra all'arrivo nel porto di Pointe-Noire. [Foto di Wu Kangci/Xinhua]

"La visita della flotta navale cinese nella Repubblica del Congo mette in mostra l'amicizia e la fiducia reciproca tra i due Paesi, entrambi impegnati ad affrontare le sfide alla sicurezza regionale e globale, compreso il Golfo di Guinea", ha affermato il Ministro congolese della Difesa nazionale Charles Richard Mondjo.


Charles Richard Mondjo, ministro congolese della Difesa nazionale, ispeziona una guardia d'onore della flotta navale cinese nel porto di Pointe-Noire, 14 luglio 2023. [Foto di Wu Kangci/Xinhua]

La cooperazione militare tra Cine e Repubblica Democratica del Congo è cresciuta negli ultimi anni, il che rafforza la capacità dei due Paesi di affrontare le sfide alla sicurezza regionale e globale", ha affermato Mondjo, definendo la visita un "simbolo tangibile" per la sicurezza e la cooperazione.


Il Ministro congolese ha sottolineando che la visita è anche un segno di cooperazione tra forze regionali militari in materia di sicurezza per rispondere a sfide quali la pirateria, il terrorismo, il contrabbando e altre potenziali minacce per il Golfo di Guinea. Il funzionario ha citato, in particolare, il positivo coinvolgimento della marina cinese nella lotta alla pirateria nel Golfo di Aden.




La visita in Congo fa seguito a quella in Nigeria

Il 2 luglio scorso il cacciatorpediniere cinese Nanning, la fregata Sanya e la nave di rifornimento Weishanhu, appartenenti alla flotta navale della PLANavy, hanno attraccato al largo del porto di Lagos, in Nigeria, per una visita di cinque giorni.


Si tratta di una delle rare presenze della marina militare cinese sulla costa atlantica dell’Africa, dove Pechino sta compiendo da tempo sforzi particolari per accrescere la sua influenza sull’area.


L’Africa occidentale - principalmente Angola e Nigeria - è tra i principali fornitori di petrolio della Cina. Il Congo, invece, assicura a Pechino l'acquisizione di terre rare (REE) e minerali critici sui quali la Cina ha sviluppato un dominio geoeconomico incontrastato, dall’estrazione mineraria alla lavorazione fino agli usi finali.


In una nota, l’Ambasciata cinese ha fatto sapere che si tratta di una pietra miliare nei legami tra Nigeria e Cina e che la marina nigeriana ha espresso la volontà di collaborare con Pechino per affrontare le minacce alla sicurezza marittima e mantenere la stabilità nel Golfo di Guinea


In gennaio la Nigeria aveva inaugurato a Lagos un porto d’alto mare di costruzione cinese da un miliardo di dollari. Il nuovo porto di Lekki, uno tra i più grandi della regione, è di proprietà per il 75% della China Harbour Engineering Co., di proprietà statale, e del gruppo Tolaram, con sede a Singapore.


L'arrivo in Gabon

Dopo aver visitato la Nigeria, la 43a task force di scorta della PLANavy è arrivata a Libreville in Gabon, iniziando una visita amichevole di quattro giorni.


L'8 luglio, a Libreville, in Gabon, la nave Nanning si prepara ad attraccare al molo. Xinhua News Agency (foto di Wu Kangci).

Perchè il Golfo di Guinea interessa a Pechino

Il Golfo di Guinea può offrire una base per l’esercito cinese. L’anno scorso, i funzionari della difesa degli Stati Uniti avevano espresso la preoccupazione che una tale base avrebbe potuto minacciare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.


Peraltro, nel 2017 la Cina aveva stabilito la sua prima base navale d’oltremare a Gibuti, uno dei punti più importanti al mondo per il commercio marittimo, alimentando la preoccupazione che Pechino stia moltiplicando le “strutture logistiche” regionali, mentre le sue forze armate sviluppano la capacità di operare a migliaia di chilometri da casa.


Negli ultimi tre decenni, la Cina ha ampliato la sua influenza in quasi tutte le Nazioni africane attraverso investimenti, commercio, sviluppo di infrastrutture e prestiti. Ed ora lo sta facendo anche sul piano militare.


L'importanza dei porti nella logica militare cinese

La crescita della presenza marittima delle forze armate cinesi all’estero si fonda su un modello di strategia definito “punto di forza strategico”. I porti con investimenti cinesi o controllati dalla Cina, che vanno da quelli commerciali in cui le società statali cinesi detengono una partecipazione di controllo a basi militari a titolo definitivo, come quella di Gibuti, si sosterrebbero a vicenda, facilitando l’espansione delle forze militari cinesi all’estero.


Questi punti di forza strategici sposteranno le forze armate cinesi verso il Pacifico, l’Oceano Indiano, il Mediterraneo e in futuro anche verso l'Atlantico, con basi operative avanzate per sostenere operazioni militari e per esercitare un’influenza nelle regioni circostanti.


La base navale a Gibuti e i porti nelle isole artificiali che Pechino ha costruito nel Mar Cinese Meridionale, ad esempio, sono già punti di forza strategici e parte di uno sforzo per sviluppare un “sistema di difesa marittimo di ampia area”.




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