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Copasir: con l'emergenza sanitaria le minacce sono aumentate e più complesse


Nella prospettiva della sicurezza nazionale, la pandemia ha agito su più piani abbattendosi sulle economie e sul commercio internazionale, condizionando dinamiche geopolitiche e sviluppi d’area



di Nicola Iuvinale


Il Copasir ha rimesso al Parlamento la Relazione annuale sulla politica dell'informazione per la sicurezza.

Il Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica evidenzia che nel 2020, l’emergenza sanitaria è inevitabilmente intervenuta, con la sua portata dirompente e planetaria, anche nel campo d’azione dell’Intelligence, rendendo il panorama della minaccia più ampio, fluido e complesso.

Nella prospettiva della sicurezza nazionale, la pandemia ha infatti agito su più piani: abbattendosi sulle economie e sul commercio internazionale, condizionando dinamiche geopolitiche e sviluppi d’area, aggravando vulnerabilità sistemiche e tensioni sociali, dilatando gli spazi per manovre ostili ed inserimenti strumentali di vario segno e matrice.

Il dato emerso con maggiore evidenza è, peraltro, quello di un’accelerazione di alcune linee di tendenza, sovente interagenti, che da tempo marcano l’orizzonte dell’Intelligence, quali il cronicizzarsi di conflitti e contenziosi, anche a causa delle proiezioni d'influenza da parte di Stati terzi, le difficoltà della mediazione multilaterale, l’antagonismo tra attori globali e la corsa alla primazia sul versante tecnologico, la regionalizzazione delle filiere produttive ed il riposizionamento di attori e operatori nelle catene globali del valore, la crescente aggressività della competizione economica e il consolidamento di strategie d’ingerenza articolate e multiformi.

Nel contesto descritto hanno così trovato spazio, nel 2020, il ruolo pro-attivo assicurato dal Comparto – anche sul piano degli aggiornamenti normativi – sia in tema di tutela degli assetti strategici e del correlato esercizio del cd. Golden Power sia con riguardo all’attuazione del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, nonché le assidue interlocuzioni con enti pubblici e privati analizzate ad accrescerne il livello di consapevolezza sul versante della minaccia.


Sul versante estero, prioritaria attenzione informativa è stata riservata alla regione mediterranea, che a 10 anni dalle cc.dd. primavere arabe è ancora affetta da instabilità diffusa.

Il protrarsi della crisi ha continuato a riflettersi sulla sicurezza regionale, alimentando traffici illeciti e circuiti di sostegno all’estremismo jihadista, in un contesto di vulnerabilità socio-economiche reso ancora più fragile dall’impatto della pandemia.

Le proiezioni della Cina sulla scena globale hanno continuato a rappresentare ambito rilevante di impegno per l’Intelligence.

Muovendo dalla pandemia Pechino ha, sul fronte interno, implementato un più stringente sistema di controllo sociale.


L’emergenza pandemica ha concorso, pure, a spiralizzare il confronto con gli Stati Uniti, inserendosi in un contesto che vede Pechino da tempo accusata di condotte scorrette sul mercato e violazione dei diritti umani, temi in evidenza anche in ambito UE.

L’incidenza della crisi sanitaria sul panorama della minaccia è emersa con particolare evidenza nell’attività informativa a presidio dell’economia nazionale.


Le difficoltà della congiuntura hanno contribuito a rendere più concreto il rischio di azioni di tipo predatorio/speculativo nei confronti di asset pregiati in Italia.

Al riguardo, l’Intelligence ha intensificato l’attività di ricerca ed analisi a supporto del decisore politico, anche ai fini dell’esercizio dei poteri speciali (cd. Golden Power) e dell’implementazione della normativa di riferimento.


La raccolta informativa a tutela degli assetti strategici si è focalizzata innanzitutto sulla filiera sanitaria, anche con riferimento a possibili ingerenze esterne in danno di strutture emergenziali, centri di ricerca ed aziende.

Il monitoraggio dell’Intelligence non ha mancato di ricomprendere, inoltre, le dinamiche del sistema finanziario nazionale, specie in relazione a progettualità estere suscettibili di ricadute anche sugli equilibri di finanziamento del debito pubblico italiano e sulle policy di erogazione di crediti alle nostre imprese, come quelle afferenti la sicurezza energetica nazionale, con riguardo sia alla continuità degli approvvigionamenti, sia alle prospettive connesse al processo di decarbonizzazione dell’economia europea.


Come altri fronti, anche quello della minaccia cibernetica è stato significativamente condizionato dall’emergenza pandemica, chiamando il Comparto a orientare una parte rilevante degli sforzi verso il contenimento di progettualità ostili (di matrice statuale, hacktivista o criminale).

Una mirata e coordinata azione informativa ha interessato pure la minaccia ibrida – per definizione veicolata su diversi domini (quello diplomatico, militare, economico/finanziario, intelligence, etc.) – che, in concomitanza con il dispiegarsi della crisi sanitaria, è stata caratterizzata da costanti tentativi di intossicazione del dibattito pubblico attraverso campagne di disinformazione e/o di influenza.


È proseguita serrata e ininterrotta, in Italia e all’estero, l’attività informativa in direzione del terrorismo jihadista, nel contesto di un dispositivo di prevenzione integrato che ha continuato a trovare punto di forza nelle consolidate sinergie tra Intelligence e Forze di polizia, specie nell’ambito del Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo, e nell’assidua cooperazione con i Servizi esteri collegati.

Alla luce di risultanze vale anche a ribadire il ruolo della regione balcanica quale potenziale incubatore della minaccia terroristica in direzione di Paesi europei.


L’emergenza pandemica ha parzialmente influito sull’andamento dei flussi migratori clandestini in direzione dell’Europa e dell’Italia, che nelle rotte via mare, dopo la contrazione durante la primavera, hanno ripreso il trend incrementale mostrato all’inizio dell’anno.

La ricerca dell'intelligence ha riguardato prioritariamente la gestione criminale del fenomeno e segnatamente: gruppi tunisini e libici, ingaggiati lungo la direttrice del Mediterraneo centrale; strutturate reti – con sodalizi in territorio nazionale – attive nei trasferimenti via mare dalla Turchia alle coste greche e italiane; compagini afghane, pakistane e irachene, anch’esse con referenti in Italia, operanti sulla rotta balcanica terrestre.


I tratti distintivi della criminalità organizzata, così come ribaditi dalle acquisizioni dell'intelligence, nonché dalle risultanze investigative e giudiziarie, valgono da sé a profilare l’interesse delle mafie nostrane a trarre profitto dall’impatto dell’emergenza pandemica e, segnatamente, a condizionare gli operatori economici in difficoltà e a tentare di intercettare i finanziamenti, nazionali ed europei, connessi ai piani di rilancio.

I sodalizi mafiosi, grazie anche alle saldature con professionisti e imprenditori collusi, hanno ulteriormente affinato le capacità di reinvestimento dei proventi illeciti, ma anche di occultamento e di movimentazione dei capitali a fini di evasione ed elusione fiscale.


L’emergenza pandemica ha inciso pure sul versante dell’eversione interna: da un lato, limitando le potenzialità mobilitative dell’estremismo politico, dall’altro, facendo da volano, in concomitanza con il ruolo aggregante e amplificatore del web, a una montante effervescenza propagandistica, trasversalmente orientata a strumentalizzare la crisi sanitaria per rilanciare progettualità conflittuali e istanze antisistema.

L’anarco-insurrezionalismo resta la componente eversiva endogena più vitale, che alle campagne online.

L’attività dei ristretti circuiti marxisti-leninisti è parsa ancora improntata alla tradizionale opera di recupero della memoria brigatista, unita ad interventi volti ad attualizzarne il messaggio, anche attraverso l’analisi, in ottica di “contrapposizione di classe”, delle ricadute socio-economiche dell’emergenza sanitaria, oltre che delle dinamiche del mondo del lavoro.


Importanti avanzamenti ha fatto registrare, nel 2020, il processo di rafforzamento dell’architettura nazionale di sicurezza cibernetica, specie per quel che concerne: l’elaborazione dei decreti attuativi delle norme sul “Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica”; l’implementazione della Direttiva europea NIS; la sicurezza delle reti 5G (con riguardo all’inserimento, nella disciplina nazionale sul Golden Power, di un richiamo anche alle linee guida europee in tema di notifiche relative all’acquisto di tecnologia 5G da fornitori extraeuropei); le attività del Nucleo di Sicurezza Cibernetica e dello CSIRT (Computer Security Incident Response Team) italiano, divenuto operativo presso il DIS in maggio.

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