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Il fallimento chiamato Frontex

Che Frontex, l’Agenzia di frontiera dell’UE, non funzionasse era sotto gli occhi di tutti. Ora, un rapporto speciale della Corte dei Conti UE, ne conferma la completa inefficacia


G. Iuvinale

"Il sostegno di Frontex alla gestione delle frontiere esterne dell’UE non è stato, finora, abbastanza efficace". Questo il titolo, abbastanza soft, della relazione speciale della Corte dei conti europea che, di fatto, ha bocciato, completamente, l'operato dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera.

"Frontex non avrebbe aiutato con sufficiente efficacia gli Stati membri e i Paesi associati Schengen a gestire le frontiere esterne dell’UE nonché il suo sostegno non sarebbe idoneo a contrastare l’immigrazione illegale e la criminalità transfrontaliera".

La Corte conclude che Frontex non ha pienamente adempiuto al mandato ricevuto nel 2016 e solleva dubbi anche sulla sua capacità di svolgere efficacemente il nuovo ruolo operativo che le è stato assegnato.


Frontex è stata creata nel 2004 per rispondere, insieme alle autorità nazionali, alle problematiche relative alle frontiere dell’UE come il terrorismo, la tratta di essere umani e il traffico di migranti. Dalla sua creazione, il mandato dell’Agenzia si è progressivamente ampliato, al pari della sua dotazione finanziaria (dai 19 milioni di euro del 2006 ai 460 milioni dello scorso anno). Ciò nonostante, l'Organo di controllo ha constatato che Frontex non offre ancora agli Stati membri un sostegno soddisfacente nella gestione delle frontiere esterne dell’UE.

“Le mansioni affidate a Frontex alle frontiere esterne dell’UE sono fondamentali per la lotta alla criminalità transfrontaliera e all’immigrazione illegale”, ha dichiarato Leo Brincat, il Membro della Corte responsabile della relazione. “Nondimeno, Frontex non le assolve attualmente con efficacia. Ciò desta particolare preoccupazione nel momento in cui vengono conferite a questa Agenzia responsabilità aggiuntive.”

Con l’adozione del regolamento (UE) 2016/1624, Frontex è diventata l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Il nuovo status ne ha ampliato in modo significativo il mandato originario, conferendo all’Agenzia il potere di sostiene gli Stati membri nella lotta all’immigrazione illegale e alla criminalità transfrontaliera. La Corte, tuttavia, ha rilevato lacune e incoerenze nel quadro che disciplina lo scambio delle informazioni, il che, si legge, "ostacola la capacità di Frontex e degli Stati membri di monitorare le frontiere esterne e di reagire quando necessario". Inoltre, le attività di analisi dei rischi e di valutazione delle vulnerabilità non sono sempre basate su dati completi e di buona qualità. Infine, aggiunge la relazione, "per quanto riguarda la lotta alla criminalità transfrontaliera, le operazioni congiunte non sono ancora sufficientemente sviluppate nelle attività quotidiane di Frontex".

La relazione segnala anche la mancanza di una rendicontazione sull’efficienza e sui costi dell'Agenzia. Quest’ultima, pur svolgendo un’estesa opera di comunicazione sulle attività espletate, "raramente analizza la propria performance o l’impatto di tali attività. Né peraltro fornisce informazioni sul costo reale delle operazioni congiunte condotte".

La Corte ha anche rilevato che l’ultima valutazione esterna di Frontex è stata pubblicata nel luglio 2015. In aggiunta, il nuovo regolamento che ne disciplina l’operato, approvato nel 2019 (regolamento (UE) 2019/1896), non è stato corroborato da alcuna valutazione preliminare. Ha però impresso una profonda svolta all’attività dell’Agenzia, facendone evolvere la funzione di sostegno e coordinamento in un ruolo di servizio operativo. Per adempiere al nuovo mandato, l'Agenzia conterà, nel suo organico operativo, fino a 10.000 unità entro il 2027 (rispetto ai 750 agenti del 2019), anche se non è ancora chiaro se saranno in grado di operare secondo le attese.

La dotazione finanziaria dovrebbe raddoppiare, raggiungendo i 900 milioni di euro circa all’anno; si tratta di un importo ingente, deciso senza neanche accertare di cosa abbia bisogno Frontex per espletare il nuovo mandato e senza valutarne in alcun modo l’impatto sugli Stati membri. Alla luce di quanto precede, dal momento che Frontex non si è ancora adeguata ai requisiti del mandato del 2016, non è pronta – a giudizio della Corte – a dare efficace attuazione al mandato del 2019.

Già nel 2019 la Corte dei conti europea si era occupata di Frontex, analizzando le operazioni di rimpatrio in una relazione speciale sulla gestione della migrazione in Grecia ed in Italia. Il documento ora pubblicato si è incentra o sula valutazione delle altre quattro attività principali dell'Agenzia: il monitoraggio della situazione, l’analisi dei rischi, la valutazione delle vulnerabilità e la risposta operativa. Complessivamente, queste attività hanno rappresentato quasi due terzi dei costi operativi di Frontex nel 2019.

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