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Riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo: sonora bocciatura per l'UE

Pubblicato dalla Corte dei Conti europea il rapporto sul riciclaggio di denaro nel settore bancario. Il quadro che ne esce è a dir poco preoccupante. "Le misure di prevenzione sono frammentate e mal attuate", dicono i revisori


G. Iuvinale

Contro il riciclaggio di denaro, all’Unione Europea serve un quadro di supervisione più forte ed uniforme. Questo, in sintesi, il verdetto della Corte dei Conti europea nel suo ultimo rapporto sulle misure antiriciclaggio nel settore bancario. Le prove offerte sono feroci: "le misure contro il riciclaggio di denaro sono frammentate e mal attuate", dicono. Bocciatura sonora, dunque, per le Autorità europee.


I revisori, in particolare, criticano la "mancanza di coordinamento a livello dell'UE" al fine di prevenire il riciclaggio di denaro ed il finanziamento del terrorismo. I controlli avvengono a livello nazionale e la supervisione da parte dell'UE è "insufficiente" a garantire standard uniformi in tutti gli Stati membri.

Le operazioni sospette in Europa hanno un valore stimato di centinaia di miliardi di euro, dice il Documento.

Il riciclaggio di denaro è una pratica per rendere (apparentemente) "legittimi" i proventi di reati facendoli filtrare nell’economia per dissimularne l’origine illecita. Secondo le stime di Europol, il valore delle operazioni sospette in Europa corrisponde a circa l’1,3% del PIL dell’UE. A livello globale, questo valore sarebbe prossimo al 3% del PIL mondiale. I dati recenti, afferma il Rapporto, mostrano che oltre il 75 % delle operazioni sospette segnalate nell’UE ha origine da enti creditizi in più della metà degli Stati membri.

“Bisogna affrontare le debolezze dell’UE nella lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo e rafforzare significativamente il suo ruolo di vigilanza”

ha dichiarato Mihails Kozlovs, il membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione.

“Occorre fare molto di più perché il diritto dell’UE sia attuato con prontezza e coerenza. Tanto per cominciare, l’UE dovrebbe sempre preferire, quando possibile, i regolamenti alle direttive, perché le leggi siano applicate in modo uniforme a livello degli Stati membri”

La legislazione antiriciclaggio è complessa e trova un’applicazione lenta e ineguale fra i paesi dell’UE, dice la Corte. La procedura per la valutazione dei rischi, di competenza della Commissione Europea, non riflette i cambiamenti verificatisi nel tempo, è priva di una dimensione geografica e non è efficace nell’assegnare le priorità, continuano i revisori. Ad oggi, poi, l’Unione Europea non ha ancora adottato un proprio elenco dei paesi terzi ad alto rischio che costituiscono una minaccia di riciclaggio per il mercato interno. "La Commissione non è neppure riuscita a produrre statistiche aggiornate al riguardo, per cui è difficile valutare la portata di tale fenomeno e del finanziamento del terrorismo nell’UE", evidenzia il Rapporto.


Il ruolo dell'ABE

In questa materia, l’Autorità bancaria europea ha poteri di indagine sulle possibili violazioni del diritto europeo e se ne è avvalsa, sostiene il Documento. Dal 2010, però, ha constatato solo una violazione connessa al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo e, al riguardo, non ha avviato indagini di propria iniziativa.

"Dagli elementi probatori raccolti dalla Corte sono emerse tentate attività di lobbying nei confronti dei membri del consiglio delle autorità di vigilanza in un periodo in cui stavano deliberando su un’eventuale raccomandazione circa una violazione del diritto UE. Ciò indica che il massimo processo decisionale dell’ABE potrebbe aver risentito di interessi nazionali (conclusioni analoghe sono state tratte nella relazione della Corte sulle prove di stress condotte dall’ABE, pubblicata nel 2019)".

La Corte, inoltre, ha rilevato che la Commissione Europea non dispone di orientamenti interni per trasmettere le richieste d’indagine all’ABE e che, finora, ha sempre seguito un approccio ad hoc, il più delle volte sulla scorta di segnalazioni nei media.


La posizione della BCE

La Corte ha anche analizzato in che modo questi rischi sono stati integrati nella vigilanza prudenziale delle banche della zona euro. Ed ha constatato che la Banca centrale europea, dal 2014 preposta alla vigilanza diretta delle banche più grandi, cosiddette significative, ha ben avviato la condivisione delle informazioni pertinenti con le autorità nazionali di vigilanza, ma non ha né il compito, né il potere, di indagare su come vengano utilizzate. Peraltro, aggiungono i revisori, il materiale condiviso dalle autorità nazionali di vigilanza era di qualità molto varia a causa delle diverse pratiche nazionali.


Feroce la presa di posizione dell'europarlamentare tedesco Sven Giegold, economista e portavoce per la politica finanziaria del gruppo Verdi/ALE al Parlamento europeo.

“Il documento della Corte dei conti è devastante. In qualità di custode dei trattati, la Commissione europea deve applicare immediatamente l'attuale legislazione dell'UE contro il riciclaggio di denaro ed il finanziamento del terrorismo. La Commissione Europea è molto brava a proporre nuove regole e nuove istituzioni. È irresponsabile che trascuri negligentemente l'applicazione delle leggi esistenti negli Stati membri, ha precisato Giegold in una nota.

Va ricordato, infine, che proprio venerdì scoro Malta è stata inserita nella "grey list" globale per il riciclaggio di denaro ed il finanziamento al terrorismo dalla Financial Action Task Force. Ed è la prima volta che uno Stato membro viene inserito in questa lista a causa dei rischi crescenti e persistenti di riciclaggio di denaro.

È imbarazzante che occorra una rete globale come il GAFI e gli Stati Uniti per sanzionare la corruzione e la criminalità organizzata nell'UE. Invece di chiedere costantemente l'attuazione delle leggi antiriciclaggio nell'Unione, la Commissione preferisce proteggere Malta ", ha concluso, quindi, l'europarlamentare.


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