Domani e dopodomani i leader dell'Unione Europea si riuniranno di nuovo a Bruxelles per discutere questioni molto importanti. Giuseppe Conte, però, ci arriva nel peggior modo possibile. Dilaniato dalla sterile discussione, interna al suo partito, sul MES e da quella, ancor più preoccupante, sulle modalità di gestione dei fondi del Recovery Plan.
E come già accaduto nel vertice dello scorso luglio - nel quale l'Italia si è presentata come unico Paese, tra quelli Ue, che non aveva ancora inviato il Piano Nazionale delle Riforme - anche questa volta il nostro Paese si presenta con un gap reputazionale non più accettabile. Le liti domestiche sulla questione della revisione del Trattato Mes, infatti, hanno infastidito, non poco, alcuni leader europei interessati a creare da subito un paracadute per le eventuali crisi bancarie.
Le questioni sul tavolo europeo, comunque, sono molte. Si discuterà di Covid-19, cambiamenti climatici, sicurezza e relazioni esterne, con particolare riferimento alla situazione nel Mediterraneo orientale e, soprattutto, le nuove relazioni UE- USA.
Il Consiglio, inoltre, potrebbe fare anche il punto sullo stato dei negoziati sul Quadro finanziario pluriennale dell'UE 2021-2027 e sull'associato programma Next Generation EU (temi non formalmente all'ordine del giorno).
A margine del Consiglio europeo, si riunirà, inoltre, il Vertice euro, nel formato inclusivo comprendente i 27 Stati membri. Sulla base anche di quanto è stato deciso nell'ultima riunione dell'Eurogruppo, il Vertice dovrebbe esaminare le seguenti questioni:
a) riforma del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (MES), che include l'introduzione del sostegno comune (common backstop) al Fondo di Risoluzione Unico;
b) stato di avanzamento dell'Unione bancaria (probabilmente con particolare riferimento all'introduzione di uno Schema europeo di assicurazione dei depositi - EDIS);
c) stato di avanzamento dell'Unione dei mercati dei capitali, progetto che lo scorso settembre è stato rilanciato dalla Commissione europea con la presentazione di un nuovo piano d'azione.
In primis, dunque, il Consiglio dovrebbe fare il punto sulla situazione Covid e discutere dello sforzo globale di coordinamento in risposta alla pandemia, compresi i lavori relativi ai vaccini, ai test e alla graduale revoca delle misure restrittive.
Riguardo a queste ultime, il 3 dicembre scorso la Commissione ha presentato la strategia "Restare al riparo dalla COVID-19 durante l'inverno", volta ad una gestione della pandemia nei prossimi mesi invernali.
Sul il clima, il Consiglio dovrebbe fissare un obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. In caso di accordo, chiederà al Parlamento di tenere conto di questo nuovo obiettivo nella proposta di legge europea.
Altra questione attiene alla sicurezza, in particolare alla lotta contro il terrorismo e all'estremismo violento, anche online. Su quest'ultimo punto, il Consiglio dovrebbe invitare la Commissione a proporre una via da seguire in materia di conservazione dei dati per lottare contro le forme gravi di criminalità, alla luce della più recente giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea e nel pieno rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali. Va ricordato che la Corte di Giustizia dell'UE, con la sentenza del 6 ottobre, ha confermato che il diritto dell'Unione osta alle legislazioni nazionali che impongano a un fornitore di servizi di comunicazione elettronica, ai fini della lotta contro le violazioni in generale o per salvaguardare la sicurezza nazionale, la trasmissione o la conservazione generalizzata e indifferenziata dei dati relativi al traffico e all'ubicazione.
Il Consiglio europeo dovrebbe, infine, avviare una prima discussione sulle prospettive delle relazioni con gli Stati Uniti, in vista dell'insediamento della nuova amministrazione americana.
A tal proposito, la Commissione e l'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, il 2 dicembre scorso hanno presentato una comunicazione congiunta intitolata "Una nuova agenda UE-USA per il cambiamento globale".
Nella comunicazione si propone di strutturare la futura nuova agenda transatlantica che dovrebbe essere definita, in occasione di un vertice UE – USA nel primo semestre del 2021, attorno alle seguenti priorità ed iniziative:
lotta alla Pandemia di COVID 19 e delle azioni di prevenzione in ambito sanitario
protezione del pianeta e della prosperità
sicurezza, prosperità e democrazia
tecnologia, commercio e standard.
In particolare, quest'ultimo punto dovrebbe realizzarsi attraverso le seguenti azioni:
riforma dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e promuovere soluzioni negoziate per controversie commerciali bilaterali
istituzione di un nuovo Consiglio per il commercio e la tecnologia UE-USA per facilitare il commercio, sviluppare standard compatibili e promuovere l'innovazione
avvio di un dialogo sulla responsabilità delle piattaforme online e Big Tech - per soluzioni globali per una tassazione equa e evitare distorsioni del mercato nell'economia digitale
Sul piano commerciale, gli Stati Uniti hanno finora bloccato la riforma dell'OMC. Negli ultimi anni, inoltre, ci sono state diverse controversie commerciali tra UE e Stati Uniti, tra le quali quella relativa ai dazi su acciaio e alluminio importati negli USA e la disputa a proposito dei sussidi pubblici a Airbus e Boing. E tutto ciò ha provocato una guerra di dazi commerciali che hanno colpito prodotti agricoli, alimentari e industriali.
In particolare, è stato il Presidente Trump ad aver adottato un approccio differente nelle relazioni commerciali UE-USA, dando la priorità agli interessi nazionali e cercando di riequilibrare i disavanzi commerciali con altri Paesi, esercitando pressioni sui partner mediante l'imposizione di dazi elevati su taluni prodotti allo scopo di proteggere le industrie interne e ottenere un maggiore accesso al mercato dei Paesi partner.
UE e Stati Uniti, in particolare, avevano avviato nel 2013 i negoziati per un partenariato in materia di commercio e investimenti (Transatlantic Trade and Investment Partnership - TTIP), che, alla fine del 2016, sono stati sospesi proprio dall'amministrazione americana.
Ma i due Paesi non possono fare a meno l'uno dell'altro ed è fondamentale ristabilire una nuova relazione commerciale.
Gli USA, infatti, rappresentano ancora il primo partner commerciale per la UE. Il secondo, invece, è la Cina, dalla quale l'Unione europea, come si è evidenziato, è fortemente dipendente.
I rapporti UE-USA rappresentano, inoltre, la più importante relazione economica bilaterale al mondo. UE e USA, infatti, sono responsabili di circa il 50% del PIL mondiale, del 30% del commercio mondiale in beni e del 40% in servizi.
Come detto, UE e USA rappresentano, reciprocamente, il principale partner commerciale. Secondo gli ultimi dati della Commissione Europea:
le esportazioni di beni dell'UE negli Stati uniti ammontano, al 2019, a 384 miliardi di euro , mentre le importazioni dell'UE dagli Stati uniti, nello stesso anno, sono state pari a 232 miliardi di euro, con una bilancia commerciale favorevole all'UE per circa 152 miliardi di euro;
l'UE ha esportato nel 2018 servizi per un valore di 179 miliardi di euro ed importato dagli Stati Uniti servizi per 196 miliardi di euro;
al 2018, lo stock degli investimenti diretti dell'UE negli USA ammontano 2.181 miliardi di euro a fronte di investimenti diretti degli Stati uniti nell'UE per 1.806 miliardi di euro. L'Unione europea sta perdendo terreno nei settori più innovativi con una spesa in ricerca e sviluppo che non tiene il passo con la concorrenza internazionale anche per il basso volume di investimenti delle imprese. Gli investimenti in R&D dell'UE del 2% del PIL sono stati raggiunti dalla Cina e non raggiungono i livelli degli Stati Uniti (2,8%).
Infine, riguardo le Big Tech va ricordato che in ambito OCSE sono stati avviati dei negoziati sulla Web tax dai quali, però, gli Stati Uniti si sono ritirati nel giugno scorso. In seguito allo stallo dei negoziati, la Francia, a partire da fine novembre 2020, ha iniziato ad applicare la legge - approvata in precedenza unilateralmente, ma sospesa in attesa della conclusione dei negoziati OCSE - che impone ai grandi gruppi attivi nei servizi digitali un'imposta basata sul loro fatturato.
Secondo la comunicazione congiunta, USA e UE tenteranno anche di sviluppare un approccio comune sulla protezione delle tecnologie critiche iniziando dalle discussioni sul 5G. L'attuale amministrazione americana, infatti, ha più volte invitato i paesi dell'UE a non utilizzare, per motivi di sicurezza, la tecnologia cinese nelle infrastrutture delle reti di telecomunicazioni 5G.
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