di Gabriele Iuvinale
Quando nasce Cassa Depositi e Prestiti e cosa rappresenta attualmente? Chi la controlla e quali sono le attività che svolge? Quali e quante società sono direttamente o indirettamente soggette al suo controllo? Come si compone il suo patrimonio? C'è rischio che possa trasformarsi - come in molti sostengono – in una nuova GEPI o IRI del XXI secolo? Quali sono le nuove attività attribuite dal Governo in piena crisi pandemica e come saranno finanziate? Cos'è il Patrimonio Destinato e a cosa serve? Come la politica fautrice dello Stato imprenditore sta ridisegnando il nuovo ruolo di CDP nell'economia italiana?
A questi interrogativi Extrema ratio, seppur con tutti i suoi limiti, tenterà di dare risposte. Si cercherà di sviscerare CDP - la nuova multitasking dello Stato - nei suoi diversi aspetti. Si parlerà anche di importanti novità, di cui forse pochi finora ne hanno dato notizia, intervenute in pieno mese di agosto, durante la conversione in Senato di un decreto legge avente ben altre finalità.
Il tutto in un viaggio che si svilupperà attraverso dei docupost tematici. Alcuni saranno tecnici, diciamolo subito, ma si cercherà di renderli il più possibile comprensibili a tutti. Nel rispetto della logica che ha fin da subito ispirato Extrema ratio, si cercherà di fornire sempre una informazione documentata con link interattivi.
Buon inizio, dunque, in questo lungo viaggio nei meandri di CDP.
CDP: storia, azionariato e risultati finanziari – Docupost 1
Storia
Attualmente CDP è una società per azioni a controllo pubblico statale.
Nata nel 1850 come istituzione finanziaria, ha come finalità quella di raccogliere depositi garantiti dallo Stato e reinvestirli per opere di pubblica utilità.
Nel 1875 nascono i libretti di risparmio postale e nel 1924 i buoni fruttiferi che diventano una forma di finanziamento di CDP. A questo punto CDP gestisce la quasi totalità del risparmio postale.
Mentre in precedenza era una Direzione Generale del Tesoro, nel 1983 cambia natura ed acquisisce personalità giuridica.
La vera ed importante trasformazione avviene, però, nel 2003. Viene, infatti, trasformata in società per azioni con il D.L. n. 269/2003. A dicembre dello stesso anno esce dal perimetro delle amministrazioni pubbliche ed il passivo non è più conteggiato come debito pubblico. Ciò consente a CDP di ampliare le attività. Inizia, quindi, ad impiegare i fondi raccolti sul mercato non soltanto per il finanziamento di investimenti pubblici, ma anche per altre finalità. Acquisisce, inoltre, una parte delle partecipazioni dello Stato (ad es. in Enel, Terna, ENI e Poste Italiane) e viene autorizzata ad emettere obbligazioni non garantite dallo Stato collocate presso investitori istituzionali.
Tra il 2003 e il 2007, CDP amplia la sfera di azione, comprendendo principalmente il finanziamento di infrastrutture. A seguito del crollo del Pil e della produzione industriale dovuti alla crisi internazionale del debito sovrano, nel 2009 inizia l'attività di finanziamento alle imprese.
Nel 2015, viene qualificata come Istituto Nazionale di Promozione all’interno del quadro normativo dell'UE ed ottiene un mandato pubblico per aiutare gli investimenti e in generale l’economia del paese. Questo le consente di ottenere la garanzia dello Stato per coprire le operazioni finanziarie ammissibile nel contesto del Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (FEIS) e di cooperare con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e con gli altri istituti nazionali di sviluppo.
Negli anni, quindi, la missione di CDP si è estesa al finanziamento dell’edilizia sociale, delle PMI, della internazionalizzazione delle imprese, delle infrastrutture in project financing. All’attività di prestito, si sono aggiunti investimenti in equity, attraverso fondi italiani ed europei di cui CDP è fra i principali promotori, e il rilascio di garanzie.
Azionariato
Attualmente il capitale sociale è di circa 4 miliardi di euro.
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ne detiene l'82,77%, mentre il 15,9% è posseduto da un gruppo di Fondazioni di origine bancaria ed il restante 1,3% è costituito da azioni proprie.
CDP è una rilevante istituzione finanziaria italiana.
Sulla base del bilancio consolidato del 2017, con attività pari a 419,5 miliardi, rappresenta, infatti, il terzo operatore finanziario in Italia dopo Unicredit e Intesa Sanpaolo.
CDP non è ricompresa nel perimetro delle pubbliche amministrazioni ai fini della definizione dei parametri di finanza pubblica rilevanti in sede europea.
E' classificata, infatti, da Eurostat come “market unit”, quindi esterna al perimetro della Pubblica Amministrazione (PA). Di conseguenza, le sue passività non sono incluse nel calcolo del debito pubblico. Anche la BCE la classifica come intermediario finanziario.
Secondo le definizioni europee, l’esclusione dal perimetro della Pubblica Amministrazione sussiste quando l’attività di una unità istituzionale controllata dallo Stato sia classificata come intermediario finanziario da parte di Eurostat.
Risultati finanziari di CDP S.p.A. e del gruppo CDP nel 2019
Nel 20129. CDP S.p.A. ha registrato un utile netto pari 2,736 mld aumentato dell’8% rispetto al precedente esercizio (2,540 mld). Il margine di interesse, invece, di 1,355 mld (2,356 mld nel 2018), è notevolmente diminuito a causa della riduzione dei tassi di mercato che ha inciso negativamente sul rendimento delle attività.
Trend negativo (-6,8 per cento) si registra anche per il margine di intermediazione, che è passato dai 3,806 mld nel 2018 ai 3,549 mld circa nel 2019. Il patrimonio netto è rimasto sostanzialmente invariato con un +0,6% passando da 24,794 mld nel 2018 a 24,951 mld nel 2019.
Il Gruppo CDP ha presentato risultati negativi. Ha chiuso l’anno 2019 con un utile netto pari a 3,411 mld, ridotto del 21,27% rispetto al 2018 (4,333 mld) principalmente per il decremento del margine di interesse e del minore apporto delle società valutate con il metodo del patrimonio netto.
Infatti, il margine d’interesse è diminuito del 46,5% passando da 2,258 mld del 2018 a 1,208 mld nel 2019 a causa della riduzione dei tassi di mercato.
Negativo è risultato anche l’andamento del patrimonio netto, passato da 36,732 mld nel 2018 a 36,110 nel 2019 (-1,7%).
Il totale dell’attivo patrimoniale del Gruppo è risultato, invece, in aumento del 5,6%, passando da 425,083 mld nel 2018 a 448,724 mld nel 2019.
Con riferimento al passivo, si sono registrati circa 356 miliardi di euro di raccolta, incrementati del 3,8% rispetto al 2018 (343 miliardi di euro), di cui 265 miliardi di euro provenienti dal risparmio postale.
Sul bilancio 2019, CDP distribuirà agli azionisti un dividendo di € 2.152.931.020,24.
Il MEF, sulla base di apposita relazione presentata da CDP, deve riferire annualmente al Parlamento sulle attività svolte e sui risultati conseguiti dalla società (articolo 5, comma 16, D.L. n. 269/2003). L’ultima relazione è stata presentata dal Ministro dell’Economia e Finanze il 19 novembre 2018.
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