di Nicola Iuvinale
Nei giorni scorsi Xi Jinping si è recato a Riyadh, in Arabia Saudita, per partecipare al primo vertice Cina-Stati arabi, di quello del Consiglio di cooperazione Cina-Golfo e per una visita di Stato.
Xi ha anche colto l'occasione per incontrare i leader di alcuni Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa per discutere questioni di cooperazione.
In generale, il viaggio diplomatico di Xi Jinping è una pietra miliare negli affari internazionali, in quanto ha sostanzialmente delineato il quadro per la Cina e per i Paesi arabi: costruire e rafforzare il partenariato strategico globale ed integrare la comunità arabo-cinese nel "futuro condiviso" da Pechino.
E tutto ciò avrà un inevitabile e profondo impatto sulla situazione politica mondiale.
Per la sua importante posizione geopolitica e per le ricche riserve di petrolio del Medio Oriente, la regione ha avuto un grande valore strategico per gli Stati Uniti e l'Occidente dopo la seconda guerra mondiale e per questo è stata anche un luogo di contesa.
Dal 1956, il controllo del Regno Unito e della Francia si è completamente degradato a causa dell'incidente del "Canale di Suez" e da allora gli Stati Uniti sono diventati egemoni del Medio Oriente "senza alcuno sforzo".
Da più di dieci anni, con lo sviluppo nell'estrazione di petrolio e di gas scisto negli Stati Uniti, questi ultimi sono diventati grandi esportatori di tali beni e, conseguentemente, la loro dipendenza dal Medio Oriente (per l'energia e la strategia geopolitica) si è ridotta di giorno in giorno.
Gli errori sulle questioni dell'Iraq, dell'Afghanistan e della Siria hanno fatto sì che gli USA svanissero gradualmente dal Medio Oriente e, con loro, anche l'influenza nella regione. Allo stesso tempo, le potenze regionali come la Turchia, l'Iran e l'Arabia Saudita, hanno colto l'opportunità per riempire lo spazio lasciato dal potere statunitense anche se sono costantemente in lotta tra loro. La Russia ha anche acquisito influenza nella regione utilizzando truppe in Siria e sostenendo il regime di Bashar al Assad.
I rapporti tra gli Stati Uniti e l'Iran sono in fortissima tensione da quando è scoppiata la rivoluzione islamica nel 1979.
Negli ultimi anni si sono fatti tesi anche i rapporti tra gli Stati Uniti e importanti Paesi del Medio Oriente come Israele, Arabia Saudita, Iraq e Turchia. L'Arabia Saudita è sempre stata un importante alleato degli Stati Uniti in Medio Oriente e l'instaurazione dell'egemonia del dollaro dipende anche da essa; in quanto Paese produttore di petrolio più importante del mondo, usa il dollaro come valuta per le transazioni petrolifere.
Tuttavia, negli ultimi anni la domanda statunitense di petrolio e gas naturale dell'Arabia Saudita è diminuita. Si sono anche progressivamente deteriorati i rapporti per la giusta insoddisfazione americana sulla situazione dei diritti umani e del sistema politico dell'Arabia Saudita. Gli USA non condividono la politica saudita sullo Yemen e per questo hanno fortemente condannato il principe ereditario Mohammed Bin Salman per la morte di Khashoggi.
L'Arabia Saudita è scettica e preoccupata per l'atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti dell'Iran sulla questione nucleare, dubita dell'impegno di sicurezza degli Stati Uniti e non è disposta ad aumentare l'approvvigionamento di petrolio sotto la pressione statunitense.
E le sanzioni contro la Russia tendono a peggiorare la situazione.
L'Arabia Saudita ha in programma di ridurre la sua dipendenza economica dalle esportazioni di energia, promuovere la diversificazione industriale e rafforzare le relazioni con altre grandi potenze.
Anche in quest'ottica, la Cina, meno legata al rispetto dei diritti umani, cerca di mantenere buoni rapporti con tutti i Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, compresi quelli che sono reciprocamente ostili. Più volte ha sostenuto che non interferirà negli affari interni di altri Stati, che non agirà da "pacificatore", tanto meno imporrà il proprio modello di sviluppo. Il fine è unico: continuare a sviluppare ed espandere la propria economia, i rapporti commerciali e le relazioni culturali con questi Stati.
Nella regione, Pechino vuole infatti partecipare alla realizzazione di grandi infrastrutture.
Xi Jinping ha sostenuto che in considerazione dell'elevata complementarità economica tra la Cina e i Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, le prospettive di cooperazionevsono "estremamente ampie".
Per Pechino, "all'ombra del calo della domanda di energia degli Stati Uniti, della stagflazione dell'economia globale, del declino irreversibile dell'Occidente, dell'ascesa del protezionismo negli Stati Uniti e in Occidente e la foschia dell'anti-globalizzazione", il Medio Oriente ha capito che è necessario
"sviluppare una più stretta cooperazione economica, commerciale, culturale e di sicurezza con i Paesi asiatici, in particolare la Cina".
Questo nuovo contesto internazionale è molto vantaggioso per Pechino per rafforzare le sue relazioni economiche, commerciali e di altro tipo con l'Arabia Saudita e altri Paesi arabi.
Anche i capi di stato del Medio Oriente e delle Nazioni nordafricane hanno atteso la visita del presidente Xi in Arabia Saudita. L'Arabia e i Paesi del Golfo hanno anche raggiunto molti accordi con la Cina sulla creazione di partenariati strategici e su progetti per l'attuazione di specifici accordi commerciali.
Il viaggio di Xi in Medio Oriente è stato molto fruttuoso: ha migliorato il rapporto di cooperazione strategica globale tra Cina, Arabia Saudita ed altri Paesi del Medio Oriente e l'intero mondo arabo ed ha notevolmente ampliato lo spazio per la sicurezza e la protezione dello sviluppo di Pechino.
Per la Cina la sua influenza in Medio Oriente è aumentata in modo significativo, il che ha rafforzato il diritto di parlare degli "affari internazionali", ha frustrato il suo accerchiamento diplomatico e l'isolamento da parte degli Stati Uniti e dell'Occidente, consolidando a proprio vantaggio la riunificazione nazionale della Cina aTaiwan e la questione di Hong Kong.
"La sua posizione sarebbe oggi più giustificata e sostenuta dalla comunità internazionale".
La dichiarazione di Riyadh del primo vertice arabo-cinese sottolineava chiaramente: "I Paesi arabi rispettano fermamente il principio di 'One China', sostengono la salvaguardia della sovranità e dell'integrità territoriale di Pechino, riaffermano che la regione di Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese e si oppongono a qualsiasi forme di 'indipendenza di Taiwan'.
In secondo luogo, nell'ottica di Pechino il rafforzamento della cooperazione economica e commerciale della Cina con il Medio Oriente contribuisce anche a contrastare le sanzioni economiche e commerciali imposte dagli Stati Uniti e dall'Occidente alla Cina. La dichiarazione congiunta del Vertice di cooperazione e sviluppo Cina-GCC ha confermato:
"I leader delle due parti hanno concordato di rafforzare il partenariato strategico stabilito tra la Cina e il GCC, sottolineando la necessità di promuovere questo partenariato strategico nei settori della politica, dell'economia e della cultura. Entrare in una nuova era e adottare il piano d'azione per il dialogo strategico tra la Repubblica popolare cinese e il Consiglio di cooperazione del Golfo per gli Stati arabi 2023-2027 per raggiungere questo obiettivo."
Pechino si è anche assicurata una "maggiore copertura" sulla violazione dei diritti umani nello Xinjiang contro la minoranza musulmana uigura.
Infatti, la Cina sostiene "che nel mantenere la sicurezza nazionale e frenare l'indipendenza dello Xinjiang e altri atti di terrorismo, estremismo e separatismo che mettono in pericolo la sicurezza nazionale, la Cina riceverà maggiore sostegno e assistenza dai Paesi del Medio Oriente, stabilizzando così la situazione nella Cina occidentale e mantenendo la sicurezza nazionale".
La dichiarazione congiunta è chiara:
"I leader di entrambe le parti condannano il terrorismo, indipendentemente dalla sua origine, si oppongono a tutte le forme di terrorismo, si sforzano di tagliare le fonti di finanziamento del terrorismo e sono determinati a rafforzare gli sforzi internazionali e regionali, per combattere il terrorismo e l'estremismo, impedire a qualsiasi persona o entità di fornire fondi, armi e reclute a organizzazioni terroristiche e prevenire tutte le attività che minacciano la sicurezza e la stabilità regionali."
Tutto ciò rafforzerà la repressione uigura da parte della Cina, rendendo più difficile per gli Stati Uniti e l'Occidente utilizzare l'accusa di "genocidio" contro gli uiguri musulmani nello Xinjiang per tentare di rompere il rapporto tra la Cina e Paesi del Medio Oriente.
In quarto luogo Pechino otterrà una fornitura infinita di energia dall'Arabia Saudita e da altri Paesi del Medio Oriente, garantendosi la sicurezza energetica e lo sviluppo sostenibile a lungo termine della sua economia.
Allo stesso tempo, per Pechino le imprese cinesi, in particolare quelle impegnate nella costruzione di infrastrutture, quelle alimentari, della scienza e tecnologia, delle comunicazioni, dei prodotti chimici, automobilica, miniere e persino industrie della difesa nazionale, guadagneranno un mercato più ampio.
Inoltre, “i leader delle due parti hanno sottolineato che dovrebbero continuato ad approfondire la loro cooperazione nei settori dell'energia, del commercio, degli investimenti, della finanza, dell'industria, dell'alta tecnologia, dell'aerospaziale, salute e altri campi, in modo da realizzare gli interessi comuni di entrambe le parti, compreso il completamento dei negoziati sull'area di libero scambio marittima cinese, il prima possibile".
Inoltre, al primo vertice del Consiglio di cooperazione Cina-Golfo Xi ha sottolineato "che nei prossimi 3-5 anni la Cina è disposta a compiere sforzi con i Paesi del CCG per costruire un nuovo modello di cooperazione energetica tridimensionale". Xi ha affermato che "la Cina continuerà ad aumentare le importazioni di petrolio greggio e gas naturale liquefatto dai Paesi del CCG, a rafforzare la cooperazione nello sviluppo di petrolio e gas e nell'energia pulita e ad effettuare il regolamento in RMB del commercio di petrolio e gas. Se questi Paesi saranno disposti ad accettare la moneta cinese, il RMB, per acquistare petrolio e gas naturale invece di insistere nell'usare solo dollari USA, si accelererà il crollo dell'egemonia del dollaro e l'internazionalizzazione del RMB".
Per Pechino, "da quando il dollaro è stato sganciato dall'oro nel 1971, gli Stati Uniti hanno costretto l'Arabia Saudita e i Paesi del Golfo ad accettare solo il dollaro come valuta per l'acquisto di petrolio, permettendo al dollaro di mantenere la sua egemonia. Se l'Arabia Saudita e i Paesi del Golfo ignorassero le obiezioni degli Stati Uniti e accettassero in futuro il RMB come valuta di pagamento per le transazioni energetiche sino-saudite, ci sarebbero crepe nell'armatura che difende l'egemonia del dollaro USA e lo status del RMB come valuta internazionale di fatturazione, pagamento e riserva aumenterà notevolmente".
Infine, la visita di Xi Jinping promuoverà anche il processo di sviluppo dell'iniziativa "Belt and Road".
Poiché il Medio Oriente è l'intersezione della "Belt and Road" e la sua posizione strategica è fondamentale, il sostegno dei Paesi del Medio Oriente è molto importante per il successo dell'attuazione dell'iniziativa.
"I Paesi del Medio Oriente, infatti, come Arabia Saudita, Egitto, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Kuwait sono da tempo interessati all'iniziativa “Belt and Road” e hanno espresso l'intenzione di aderire alla Shanghai Cooperation Organization".
Iran, Turchia, Arabia Saudita ed Egitto hanno espresso l'intenzione di aderire ai BRICS. Cina e Arabia Saudita hanno concordato di attuare la costruzione congiunta dell'iniziativa "Belt and Road" e della "Vision 2030" dell'Arabia Saudita.
Il viaggio di Xi in Arabia Saudita e in Medio Oriente ha un significato di vasta portata per lo sviluppo futuro di Hong Kong.
"Sotto la continua pressione degli Stati Uniti e dell'Occidente, lo spazio di sviluppo di Hong Kong sarà sempre più compresso ed è necessario aprire nuovi spazi di sviluppo internazionale il prima possibile. Le attività diplomatiche del presidente Xi in Arabia Saudita e nei Paesi della regione del Medio Oriente e del Nord Africa hanno effettivamente creato una rara opportunità per Hong Kong di sviluppare relazioni con quei Paesi in futuro. Il Governo della RAS di Hong Kong e tutti i settori della società dovrebbero accelerare la cooperazione economica e commerciale e gli scambi sociali e culturali tra Hong Kong e i paesi della regione del Medio Oriente e del Nord Africa dalla prospettiva strategica 'da non perdere' e il tempo passerà per non tornare mai più e dare pieno gioco al ruolo di Hong Kong come centro finanziario internazionale, centro commerciale e centro di arbitrato legale".
La Cina si è lanciata alla conquista del Medio Oriente.
Gli Usa hanno l'indipendenza energetica.
Pechino avrà anche la sua "colonia" energetica Russa.
L'UE e Italia invece no e finiranno entrambe per restare con il cerino in mano.
Senza una coesa e forte azione comune in quell'area del Mediterraneo, non saremo in grado di garantire una stabile fornitura da parte di quei Paesi.
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