Siamo in una dramma. Non è questo il momento delle polemiche. Sono queste le parole usate dal Commissario Straordinario per l'emergenza Covid -19, Domenico Arcuri, nella sua conferenza stampa di ieri pomeriggio. Un dramma che non avremmo mai più voluto rivivere. Le misure fin qui adottate dal Governo, dice, non sono sufficienti per raffreddare la curva dei contagi. Serve altro. Un nuovo patto di responsabilità ritrovata.
Tradotto: nuovi e pesanti sacrifici dei cittadini, altrimenti salta tutto. La situazione diventerebbe incontrollabile, si lascia intendere. Anche se a dire il vero, in realtà, già lo è.
Muoversi il meno possibile se non quando è necessario. Oggi l'80% dei contagi, precisa Arcuri, avvengono all'interno delle famiglie e si registra un affollamento degli ospedali.
E dopo aver ricordato, freddamente, dati su dati, come è giusto che faccia un manager, nel suo tentativo di giustificare la bontà di quanto sin qui fatto, ha anche affermato che ormai è giunto il momento di dire la verità in faccia ai cittadini. Vale a dire, non abbiamo mai sottovalutato il problema in questi mesi, sapevamo che c'era una tempesta nel mondo e che prima o poi sarebbe arrivata anche da noi.
Fermi! Questa è la frase più importante nel discorso del Commissario. L'unica chiave di lettura dei fatti attuali. Significa che sia lui, che il Governo, avevano, dunque, la consapevolezza che quanto stava drammaticamente accadendo intorno a noi, e nel mondo intero, avrebbe inevitabilmente colpito di nuovo, e con altrettanta violenza, anche l'Italia.
Un giudizio di valutazione sulla prevedibilità dell'evento, imminente e concreto, dunque, era stato fatto. Ma a questo giudizio è poi realmente seguita, come avrebbe dovuto, l'adozione di tutte quelle misure atte a mitigare i rischi? Rischi, che oggi, a dire di Arcuri, paiono non più evitabili?

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