di Gabriele Iuvinale
Sulla riforma del MES abbiamo parlato qui.
Audizione del Ministro Gualtieri
Domani, lunedì 30 novembre alle 10, nelle Commissioni congiunte Bilancio, Finanze e Politiche UE di Senato e Camera, si svolgerà l'audizione del Ministro dell'economia, Roberto Gualtieri, in merito alla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità e all'introduzione del dispositivo di sostegno al Fondo di risoluzione unico (Common Backstop), in vista dell'Eurogruppo previsto per lo stesso giorno.
Domani prevista anche la riunione dell'Eurogruppo
La riunione dell'Eurogruppo di domani prevede quali punti all'ordine del giorno:
a) l'ulteriore rafforzamento dell'Unione bancaria e, in particolare, l'esame della relazione intermedia del gruppo di lavoro ad alto livello sulla proposta che prevede l'introduzione di uno schema europeo di assicurazione dei depositi (European deposit insurance scheme - EDIS);
b) la riforma del Trattato del MES che prevede l'introduzione di un sostegno finanziario comune al Fondo di risoluzione unico (Single Resolution Fund), con valutazione della riduzione del rischio che potrebbe essere determinata dall'introduzione anticipata del citato sostegno;
c) la preparazione del Vertice euro (che si terrà a margine del Consiglio europeo).
Quanto al primo punto, esso riguarda un progetto, a suo tempo avanzato dalla Commissione europea, per istituire un sistema comune di assicurazione dei depositi bancari e sul quale continua a perdurare una fase di stallo nei negoziati, avendo, tra l'altro, alcuni Stati membri richiesto che l'approvazione dell'EDIS sia subordinata alla previa adozione di misure di riduzione del rischio, ulteriori rispetto a quelle già adottate, ad esempio per ridurre i crediti deteriorati, tra cui l'introduzione di requisiti prudenziali sui titoli di Stato detenuti dalle banche.
La relazione intermedia del gruppo di lavoro ad alto livello dovrebbe affrontare alcuni temi chiave per il negoziato sull'EDIS, in particolare con riferimento alla metodologia di calcolo dei contributi al fondo comune basata sul rischio. Inoltre, la relazione dovrebbe fornire elementi di valutazione sulla proposta di un modello "ibrido" di assicurazione dei depositi, in cui il fondo europeo potrebbe integrare piuttosto che sostituire la previsione di schemi nazionali.
Per quanto riguarda la posizione del Parlamento Italiano in merito al completamento dell'Unione bancaria, si segnala che nelle sedute dell'11 dicembre 2019, dedicate alle Comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre, la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica hanno approvato, con il parere favorevole del Governo, rispettivamente la risoluzione 6-00091 Delrio, Francesco Silvestri, Boschi, Fornaro e la risoluzione 6-00087 Perilli, Marcucci, Faraone e De Petris, di identico contenuto, con le quali si impegna il Governo a:
escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche ed istituti finanziari e comunque la ponderazione dei rischi dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale, ed escludendo le disposizioni che prevedono una contribuzione degli istituti finanziari all'EDIS in base al rischio di portafoglio dei titoli di Stato;
a proporre nelle prossime tappe del negoziato sull'Unione bancaria l'introduzione (a) dello schema di assicurazione comune dei depositi (EDIS), (b) di un titolo obbligazionario europeo sicuro (cosiddetto common safe asset – ad esempio eurobond) e (c) di una maggiore ponderazione di rischio delle attività di livello 2 e livello 3 (strumenti maggiormente illiquidi), che sia legata al loro grado di concentrazione sul totale degli attivi del singolo istituto di credito.
Lo stato dei negoziati
Il Governo italiano ha sempre sostenuto la necessità di promuovere, in sede europea, la cosiddetta logica di pacchetto per l'approfondimento dell'unione economica e monetaria che prevede, oltre alla riforma del MES, anche un rafforzamento dell'unione bancaria, in particolare con l'introduzione di una garanzia comune dei depositi, secondo una logica di equilibrio complessivo.
Con riferimento alla posizione del Parlamento italiano, nelle sedute dell'11 dicembre 2019, dedicate alle Comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre, la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica hanno approvato, con il parere favorevole del Governo, rispettivamente la risoluzione6-00091 Delrio, Francesco Silvestri, Boschi, Fornaro e la risoluzione 6-00087 Perilli, Marcucci, Faraone e De Petris, di identico contenuto, con le quali si impegna in particolare il Governo a:
escludere qualsiasi meccanismo che implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico;
Il Ministro dell'economia e delle finanze Gualtieri aveva escluso che la riforma del MES potesse introdurre la necessità di ristrutturare preventivamente il debito per accedere al sostegno finanziario, come invece paventato da più parti con particolare riferimento al rischio che la previsione di regimi differenti per i Paesi con un debito pubblico elevato, come l'Italia, possa innescare una spirale di aspettative negative tale da tradursi in maggiori difficoltà nel collocamento del debito e in un aggravio delle condizioni di criticità. Aveva anche ricordato che all'inizio del negoziato alcuni Paesi avevano chiesto che la ristrutturazione del debito divenisse una condizione per l'accesso all'assistenza finanziaria ma che, anche grazie alla ferma posizione assunta dall'Italia, queste posizioni sono state respinte e le regole sono rimaste identiche a quelle già in vigore.
assicurare la coerenza della posizione del Governo con gli indirizzi definiti dalle Camere e il pieno coinvolgimento del Parlamento in tutti i passaggi del negoziato sul futuro dell'unione economica e monetaria e sulla conclusione della riforma del MES.
Proprio con riferimento alle suddette risoluzioni parlamentari, il Presidente del Consiglio Conte aveva dichiarato che l'Italia non può concedere sul fronte del MES senza ottenere anche sugli altri fronti e che, per tale ragione aveva fatto inserire un preciso riferimento condizionante per quanto riguarda l'applicazione dell'intero pacchetto.
I NUOVI POTERI DEL MES SULLA VALUTAZIONE MACROECONOMICA DEGLI STATI
Invero i poteri che vengono attribuiti al MES sono particolarmente invasivi.
Con la riforma dell'articolo 3 del Trattato verrebbe specificato, infatti, che, ove necessario per prepararsi internamente a poter svolgere adeguatamente e con tempestività i compiti attribuitigli dal Trattato, il MES può seguire e valutare la situazione macroeconomica e finanziaria dei suoi membri, compresa la sostenibilità del debito pubblico, e analizzare le informazioni e i dati pertinenti. A tal fine, il direttore generale del MES dovrebbe collaborare con la Commissione europea e la BCE per assicurare totale coerenza con il quadro di coordinamento delle politiche economiche stabilito dal TFUE.
La riforma del MES è quanto mai urgente e gli Stati membri si attendono una risposta dall'Italia al più presto, anche domani stesso.
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