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Xi Jinping invia segnali di prepararsi alla guerra, mentre l'Occidente guarda dall'altra parte

Aggiornamento: 20 lug 2023


di Nicola Iuvinale


A giugno Xi Jinping ha affermato che era necessario prepararsi a "circostanze estreme", dopo aver precedentemente avvertito che il suo Paese doveva essere preparato a "scenari peggiori ed estremi" per sopravvivere a "venti forti, acque agitate e persino tempeste" pericolose.

Sono tutte parole in codice sul "pericolo di guerra", secondo un'analisi di UnHerd.

Il leader cinese è tornato sull'argomento anche il 6 luglio durante una visita all'Eastern Theater Command, la cui giurisdizione militare include lo Stretto di Taiwan, chiedendo un aumento del "vero addestramento al combattimento per aumentare la capacità di combattere e vincere ".


L'improvvisa corsa di Xi a disboscare foreste per avere più terreni agricoli


I funzionari del Partito Comunista stanno obbedendo ciecamente agli ordini di Xi di aumentare rapidamente l'offerta di terra arabile con ogni mezzo possibile. L'obiettivo ufficiale è coltivare più "cereali", anche se il Paese produce riso, grano e mais più che sufficienti a sfamare la popolazione.

Pechino, inoltre, sta facendo affidamento su enormi importazioni di soia, mais, grano e altri cereali per l'alimentazione degli animali perché se scoppiasse una guerra tali importazioni si esaurirebbero rapidamente.

Ma il Paese sta esaurendo la terra per i raccolti e per questo l'unica opzione per ottenerla è sradicare gli alberi piantati dopo gli onerosi sforzi di riforestazione.

Ciò che sta accadendo dall'anno scorso, però, supera di gran lunga il tasso di deforestazione in Amazzonia, afferma l'analisi. Non ci sono più foreste da sradicare e tutto ciò che resta sono i frutteti dei piccoli contadini. Anche i recinti dei maiali vengono distrutti per liberare i pochi metri quadrati di terreno sottostante.


Perché tanta distruzione per pochi camion carichi di grano a buon mercato?

Sembra folle distruggere così tanti mezzi di sussistenza per ottenere qualche camion carico di grano a buon mercato, ma i funzionari cinesi non si oppongono alle politiche di Xi.

In qualità di esportatore di grande successo di manufatti sempre più avanzati e costosi, la Cina può facilmente permettersi importazioni di alimenti e mangimi, e tutta questa deforestazione in nome dell'aumento delle terre coltivate solleva interrogativi.

I discorsi di Xi Jinping sulla "ciotola di riso" hanno attirato l'attenzione soprattutto quando il 21 giugno scorso ha affermato che era imperativo prepararsi a "circostanze estreme", dopo aver avvertito il 6 maggio che la Cina doveva essere preparata "ai più gravi scenari estremi", cioè alla gierra secondo l'analisi citata.

Il 6 luglio, inoltre, Xi ha chiesto un "aumento dell'addestramento in condizioni di combattimento reali per aumentare la capacità di combattere e vincere".

L'incessante "addestramento alla battaglia" di Xi e gli intensi appelli a " ringiovanire il popolo cinese" suggeriscono, dunque, "ragioni che non possiamo nemmeno immaginare", dice l'analista di UnHerd.

Il vero obiettivo di Xi "potrebbe essere quello di trasformare il suo popolo non guerriero in popolo guerriero", dato il suo personale senso di vergogna per il fatto che il suo paese abbia subito nel tempo una serie di sconfitte a causa di invasori che erano in inferiorità numerica: le tribù turche, mongole e jurchen della Manciuria, e poi i giapponesi, che potrebbero essere ancora lì se non fossero stati sconfitti dagli Stati Uniti.

Se fino ad ora una guerra cinese sembrava solo materia per discorsi teorici, queste indicazioni dovrebbero in verità far riflettere tutti noi sulle reali ragioni sottostanti.

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