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Stato di diritto: la Commissione denuncia la Polonia

Chiesta alla Corte di giustizia europea anche l'adozione urgente di misure provvisorie per evitare l'aggravamento dell'indipendenza della magistratura polacca


Gabriele Iuvinale

La Commissione passa ai fatti concreti. Oggi, ha infatti deciso di deferire la Polonia alla Corte di giustizia dell'Unione europea in merito alla legge polacca sulla magistratura del 20 dicembre 2019, entrata in vigore il 14 febbraio 2020.


Nel merito, l'Organo esecutivo ritiene che la legge metta a repentaglio l'indipendenza dei giudici polacchi ed è incompatibile con il primato del diritto dell'UE. Inoltre, la norma censurata impedirebbe ai Tribunali polacchi, anche ricorrendo a procedimenti disciplinari, di applicare direttamente alcune disposizioni del diritto dell'UE che tutelano l'indipendenza dei giudici e di sottoporre alla Corte di giustizia domande di pronuncia pregiudiziale su tali questioni.

La Commissione, inoltre, ritiene che la Polonia violi il diritto dell'UE consentendo alla Camera disciplinare della Corte suprema - la cui indipendenza non è garantita - di prendere decisioni che hanno un impatto diretto sui giudici e sul modo in cui esercitano la loro funzione. Tali questioni comprendono i casi di revoca dell'immunità dei giudici al fine di avviare un procedimento penale contro di loro o di trattenerli, e la conseguente sospensione temporanea dall'incarico e la riduzione del loro stipendio.

La semplice prospettiva per i giudici di dover affrontare un procedimento dinanzi a un organo la cui indipendenza non è garantita crea un "effetto agghiacciante" per i giudici e può influire sulla loro indipendenza. La Commissione ritiene che ciò metta seriamente a repentaglio l'indipendenza della magistratura e l'obbligo di garantire una protezione giuridica efficace.

Oltre a deferire il caso alla Corte di giustizia, la Commissione ha deciso anche di chiedere l'adozione di misure provvisorie per evitare l'aggravamento del danno.


I precedenti

Il 20 dicembre 2017 la Commissione ha avviato per la prima volta la procedura di cui all'articolo 7, paragrafo 1, TUE per la Polonia. Si sono già svolti diversi dibattiti (26 maggio e 16 ottobre 2018) e tre audizioni sullo Stato di diritto in Polonia tra gli Stati membri in seno al Consiglio Affari generali (26 giugno, 18 settembre e 11 dicembre 2018).

Il 29 luglio 2017 la Commissione ha avviato una procedura di infrazione alla legge polacca sui tribunali ordinari, sulla base delle sue disposizioni che richiedono il pensionamento anticipato e del loro impatto sull'indipendenza della magistratura. La Commissione ha deferito il caso alla Corte il 20 dicembre 2017 . Il 5 novembre 2019, la CGUE ha emesso una sentenza definitiva sul caso, confermando integralmente la posizione della Commissione.

Inoltre, il 2 luglio 2018, la Commissione ha avviato una procedura di infrazione alla legge polacca sulla Corte suprema, sulla base delle sue disposizioni che richiedono il pensionamento anticipato e del loro impatto sull'indipendenza della Corte suprema. Il 24 settembre 2018 la Commissione ha deferito il caso alla CGUE. Il 17 dicembre 2018, la CGUE ha emesso un'ordinanza definitiva che impone misure provvisorie per interrompere l'attuazione della legge polacca sulla Corte suprema e reintegrare i giudici costretti al ritiro. Il 24 giugno 2019, la CGUE ha emesso una sentenza definitiva sul caso, confermando integralmente la posizione della Commissione. Entrambi i procedimenti di infrazione hanno indotto le autorità polacche a rimuovere le disposizioni controverse.

Il  3 aprile 2019, la Commissione ha avviato una procedura di infrazione sulla base del fatto che il regime disciplinare mina l'indipendenza giudiziaria dei giudici polacchi e non garantisce le garanzie necessarie per proteggere i giudici dal controllo politico, come richiesto dalla CGUE. Il  10 ottobre 2019 la Commissione ha deferito il caso alla CGUE. Il 14 gennaio 2020, la Commissione ha deciso di chiedere alla CGUE di imporre misure provvisorie alla Polonia, ordinandole di sospendere il funzionamento della Camera disciplinare della Corte suprema. L'8 aprile 2020, la CGUE ha stabilito che la Polonia deve sospendere immediatamente l'applicazione delle disposizioni nazionali sui poteri della Camera disciplinare della Corte suprema in merito ai casi disciplinari riguardanti i giudici, confermando in pieno la posizione della Commissione. Questa ordinanza si applica fino a quando la Corte non avrà emesso la sua sentenza definitiva sulla procedura per inadempimento.

Una nuova legge del 20 dicembre 2019 che modifica una serie di atti legislativi che disciplinano il funzionamento del sistema giudiziario in Polonia, è entrata in vigore il 14 febbraio 2020. l 29 aprile 2020, la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora alla Polonia in merito a questa nuova legge sulla magistratura . Il 30 ottobre la Commissione europea, poiché la risposta della Polonia non è soddisfacente, ha proseguito il processo di infrazione inviando un parere motivato in merito. La Polonia ha risposto il 30 dicembre 2020.

Nell'ambito di questa procedura di infrazione avviata il 29 aprile 2020, la Commissione ha inviato alla Polonia un'ulteriore lettera di costituzione in mora adottata il 3 dicembre 2020, contestando il continuo funzionamento della Camera disciplinare della Corte suprema per quanto riguarda altri casi riguardanti i giudici. Il 27 gennaio 2021, in vista di una risposta non soddisfacente della Polonia alla lettera di costituzione in mora aggiuntiva, la Commissione ha adottato un parere motivato aggiuntivo. La Polonia ha risposto il 26 febbraio 2021.



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