Pechino possiede illegittimamente parte dei suoi territori nel Mar Cinese Meridionale dove si è impossessata di isole trasformate in fortezze militari
G e N Iuvinale
Filippine e Stati Uniti hanno deciso di svolgete pattugliamenti congiunti nel Mar Cinese Meridionale. La decisione, ancora non ufficializzata, sarebbe stata adottata a causa delle crescenti tensioni nell'area marittima alimentate dalle incessanti aggressività della Cina.
Una nave della Guardia Costiera filippina BRP Melchora Aquino partecipa a esercitazioni congiunte delle forze dell'ordine con la nave Stratton della Guardia Costiera statunitense nel Mar Cinese Meridionale, 6 giugno 2021. (Credit: Jason Gutiérrez/BenarNews)
Oggi, 9 agosto, è stato il nuovo Ministro della Difesa delle Filippine, Gilberto Teodoro, ad aver precisato di "non vedere alcun problema nello svolgimento di tali pattugliamenti", aggiungendo che gli accordi di difesa di Manila sono un "affare di nessun altro".
L'idea di svolgere pattugliamenti con la Marina statunitense è sul tavolo dallo scorso anno, da quando cioè il Presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. è entrato in carica, invertendo il modus operandi del suo predecessore "filo-cinese" Rodrigo Duterte, durante il cui mandato Pechino è stata più assertiva nelle sue rivendicazioni territoriali.
Marcos sta sviluppando legami militari più stretti con Washington. A distanza di dieci anni dall'ultima visita di un Presidente filippino, Marcos si è recato a maggio negli USA dove ha incontrato Joe Biden. Nell'occasione, il Presidente filippino è stato più esplicito nel condannare l'aggressione della Cina nel Mar Cinese Meridionale.
"Le discussioni sui pattugliamenti congiunti sono in fase avanzata e inizieranno quest'anno", ha detto a BenarNews Jonathan Malaya, portavoce della task force filippina competente in quel teatro militare. Malaya, però, ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli, citando la delicatezza della questione, con l'Ambasciata americana che non ha ancora confermato la decisione.
La nomina di Gilberto Teodoro
La nomina di questa settimana di Gilberto Teodoro a capo della Difesa, al posto del'ex capo militare Carlito Galvez, arriva in un momento di crescente tensione nel Mar Cinese Meridionale. Teodoro, ex parlamentare, ha stretti legami familiari con il presidente Marcos ed è stato anche Ministro della difesa sotto l'ex presidente Gloria Macapagal-Arroyo.
Gilberto Teodoro Jr., neo nominato segretario alla Difesa delle Filippine, parla con i giornalisti il 7 giugno 2023. Credit: Jeoffrey Maitem/BenarNews
Teodoro ha affermato che il suo lavoro consiste innanzitutto nel costruire una credibile deterrenza delle Filippine.
"Il modo in cui costruiamo il nostro deterrente credibile è affar nostro e di nessun altro", ha affermato. "Se collaboriamo con il paese X o Y per costruire la nostra forza principale è una questione delle Filippine, proprio come non mettiamo nemmeno in discussione la costruzione di capacità di difesa ed offensive".
Teodoro ha anche detto che gli sforzi del suo Paese per rafforzare le capacità di difesa non dovrebbero essere legati a Taiwan o ad altre questioni.
Il nuovo Ministro non ha menzionato espressamente la Cina, ma bisogna ricordare che Pechino è stata molto critica nei confronti della recente decisione di Manila di consentire agli Stati Uniti un maggiore accesso a quattro basi filippine, comprese le province che si affacciano sull'isola di Taiwan.
Il sostegno di Washington
Ai sensi dell'Enhanced Defense Cooperation Agreement, gli USA hanno anche stanziato oltre 82 milioni di dollari per investimenti infrastrutturali in cinque siti militari.
Firmato nel 2014, l'EDCA integra il Visiting Forces Agreement, un patto bilaterale del 1999 che fornisce copertura legale per esercitazioni militari congiunte su larga scala tra Stati Uniti e Filippine, alleato di lunga data di Washington nella contesa regione del Mar Cinese Meridionale.
Foto: U.S. EMBASSY MANILA
Oggi Teodoro ha detto che le Filippine "non sono una pedina di nessun altro nella battaglia geopolitica", aggiungendo che "il nostro territorio è il nostro territorio". "L'UNCLOS, la sua base, non può essere modificata dal passare del tempo né dai cambiamenti nell'amministrazione", ha aggiunto ai giornalisti, riferendosi alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.
Ieri, le guardie costiere filippine, statunitensi e giapponesi hanno tenuto le loro prime esercitazioni trilaterali nelle acque contese. Circa 100 membri del personale statunitense, 200 di quello filippino e 70 di quello giapponese hanno preso parte alla finta esercitazione antiterrorismo al largo della penisola di Bataan, nell'isola occidentale di Luzon.
Le tensioni tra Filippine e Cina
Il nervosismo tra i due Stati è aumentato sabato scorso dopo che la Guardia Costiera cinese, sostenuta dalla sua milizia marittima, ha usato un cannone ad acqua per scacciare una barca filippina che trasportava rifornimenti alle truppe di stanza sulla nave arenata BRP Sierra Madre, vicino ad Ayungin Shoal (Second Thomas Shoal), un atollo nelle isole Spratly nel Mar Cinese Meridionale.
La nave da guerra arrugginita dell'era della seconda guerra mondiale è stata deliberatamente arenata da Manila nel 1999 sul Second Thomas Shoal per servire come avamposto militare in quel tratto di mare. Da allora, un distaccamento dei marines filippini è continuamente di stanza a bordo della Sierra Madre per garantire una presenza militare nel sito, con la guardia costiera cinese che pattuglia frequentemente l'area, tentando di impedire il rifornimento di viveri ai marines filippini.
Membri dei marines filippini sono raffigurati sulla BRP Sierra Madre, una fatiscente nave della Marina filippina che si è arenata nel 1999 per diventare un avamposto militare nel conteso Second Thomas Shoal nel Mar Cinese Meridionale, 2014. Credit: Reuters
Nei giorni scorsi Pechino ha ribadito la richiesta a Manila di rimorchiare la barca e mantenere le sue “promesse” di rimuoverla. Malaya, che ha parlato in precedenza ad un forum tenuto dall'Associazione dei corrispondenti stranieri delle Filippine, ha invece negato l'esistenza di una simile promessa.
"Posso dire categoricamente al pubblico e a tutti che nessuna amministrazione ha promesso di rimuovere BRP Sierra Madre, che simboleggia i nostri diritti sovrani e la nostra giurisdizione su Ayungin Shoal [...] Se la Cina sta parlando di un accordo giuridicamente vincolante... allora li sfidiamo: produci quel documento scritto", ha affermato Malaya durante l'evento.
L'incidente di sabato, durato più di un'ora, è stato l'ultimo di un numero crescente di azioni aggressive poste in essere dalla Cina nel Mar Cinese Meridionale, un'importante rotta commerciale marittima soggetta a rivendicazioni territoriali sovrapposte da Cina, Filippine, Malesia, Brunei, Vietnam e Taiwan.
La Guardia costiera cinese avrebbe utilizzato un cannone ad acqua contro le navi della Guardia costiera filippina, che stavano scortando una missione di rifornimento per le truppe di stanza al Secondo Thomas Shoal nel Mar Cinese Meridionale, 5 agosto 2023. Credit: Handout via Reuters
Martedì, il Segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha condannato le "manovre pericolose" della Cina in una telefonata con Gilberto Teodoro secondo la lettura fornita dal Pentagono. Questa è stata la seconda volta che Austin e Teodoro si sono parlati da quando quest'ultimo ha assunto a giugno la carica di Ministro della difesa.
Il giorno precedente, Manila ha convocato l'inviato di Pechino, rilasciando una concisa nota verbale alla quale ha fatto seguito una guerra di parole tra i due Paesi.
Malaya ha ribadito la posizione filippina secondo cui il blocco sconsiderato e l'operazione con i cannoni ad acqua da parte della guardia costiera cinese hanno messo a rischio la vita dei filippini.
"Stiamo svolgendo la missione di rifornimento a beneficio delle truppe filippine lì e chiediamo alla Cina di fermare questo blocco, di fermare questo blocco coercitivo, offensivo e illegale delle missioni di rifornimento filippine ad Ayungin", ha affermato.
La condanna per il caso Filippine
Il Mar Cinese Meridionale svolge un ruolo importante sulla sicurezza in tutta l’Asia orientale poiché quella nordorientale dipende fortemente dal flusso di petrolio e dal commercio attraverso queste rotte marittime, compreso oltre l’80% del petrolio greggio che arriva in Giappone, Corea del Sud e Taiwan.
La Cina possiede illegittimamente parte dei suoi territori. Nel Mar Cinese Meridionale si è impossessata di alcune isole contese con le Filippine.
La Cina rivendica la sovranità sui gruppi di isole Spratly e Paracelso e su altre zone all’interno della sua ambigua “linea dei nove trattini” che delimita un’area marittima di quasi due milioni di chilometri quadrati, ovvero più di un quinto del territorio terrestre cinese. Tuttavia, queste rivendicazioni sono contestate da Brunei, Filippine, Malesia e Vietnam.
Nel 2009, Pechino ha protestato contro le richieste estese sulla piattaforma continentale nel Mar Cinese Meridionale presentate da Malesia e Vietnam in due note verbali alle Nazioni Unite (ONU). Nelle sue risposte, la Cina ha affermato di avere “l’indiscutibile sovranità sulle isole nel Mar Cinese Meridionale e sulle acque adiacenti, godendo dei diritti sovrani e della giurisdizione sulle acque rilevanti, nonché su fondali marini e sottosuolo”, entro la “linea dei nove trattini”.
Nel 2016, il Tribunale Internazionale per il Diritto Marittimo istituito ai sensi della Convenzione sul Diritto del Mare (UNCLOS) ha stabilito che qualsiasi pretesa della Cina sui “diritti storici” nel Mar Cinese Meridionale, all’interno dell’area raffigurata come la “linea dei nove trattini”, non poteva eccedere i suoi diritti marittimi come espressamente previsti dalla Convenzione stessa.
La Cina non ha preso parte all’arbitrato e i suoi rappresentanti hanno da subito espresso pubblicamente opposizione alla sentenza. Secondo i termini della Convenzione, però, il provvedimento è definitivo e vincolante. Nonostante ciò, Pechino continua a possedere illegittimamente gli isolotti contesi, che ha successivamente anche militarizzato.
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