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Crisi ucraina: dalla Cina con apparente amore ...mentre in UE i pesci abboccano. Avanti il prossimo

Immagine del redattore: Gabriele IuvinaleGabriele Iuvinale

La partnership "senza limiti" tra Russia e Cina è messa alla prova dall'invasione dell'Ucraina. Tuttavia, mentre all'estero diversi analisti vanno alla ricerca di indizi sul ruolo che la Cina potrà svolgere nel conflitto, in Italia - ed anche in UE - politici ed esperti geopolitici dell'ultima ora invocano sic et sempliciter un intervento di Pechino quale soggetto "negoziatore" super partes per una pace immediata. Nulla di più errato: Russia e Cina condividono una visione del mondo che è contraria all'espansione sia della NATO che della democrazia liberale


Editoriale


G e N Iuvinale

Non v'è dubbio alcuno che il conflitto in Ucraina si è ormai spostato su un territorio inesplorato. Mentre l'UE e gli Stati Uniti applicano sanzioni per provocare danni massimi

Foto Gettyimages

all'economia russa (ed indirettamente al popolo), il Cremlino reagisce aumentando i livelli di minaccia nucleare e lanciando missili contro obiettivi civili nelle città ucraine.

Con il deterioramento della situazione, think tank di tutto il mondo in queste ore stanno passando al setaccio le dichiarazioni della Cina alla ricerca di indizi sul ruolo che Pechino potrà svolgere nell'attuale conflitto, soprattutto alla luce della relazione "senza limiti" annunciata dai leader Xi Jinping e Vladimir Putin all'inizio di febbraio.
Tuttavia, non altrettanto accade in Europa - e in Italia - dove in molti hanno chiamato in causa frettolosamente Pechino, evidentemente nella fatua idea di ritenerla soggetto super partes capace di calmare i bollenti spiriti del paranoico amministratore del Cremlino e negoziare la grave situazione di crisi internazionale.
NULLA DI PIU' ERRATO. La Cina non può condurre un negoziato essendo "soggetto di parte" nella vicenda, portatrice di interessi confliggenti con USA, UE e NATO.
E' pacifico che Russia e Cina, infatti, condividono una visione del mondo contraria all'espansione sia della NATO che della democrazia liberale.

I fatti

La dichiarazione di 5.000 parole pronunciata dal Presidente Putin il 24 febbraio scorso, ha ampliato il tema fondamentale che la Russia e la Cina ora condividono:

una visione del mondo che è contraria all'espansione sia della NATO che della democrazia liberale.

E ieri (7 marzo) il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha affermato che il partenariato Russia-Cina durerà e crescerà, "per quanto precaria e sfidante possa essere la situazione internazionale".


Come interpretare tutto ciò?

Significa che la Cina consentirà lo sforzo bellico russo? Cercherà di usare la sua relazione per convincere il Cremlino a diminuire l'escalation? O Xi tenterà di allontanare la Cina dalla crisi mentre diventa più brutta, in attesa di vedere chi mantiene il vantaggio?

L'opacità sfumata delle dichiarazioni e delle azioni della Cina dopo l'invasione lascia aperte tutte e tre le possibilità, almeno in teoria, afferma, tra l'altro, Anastasia Kapetas del think tank ASPI.

E questa è, precisamente, l'intenzione di Pechino, hanno affermato i professori cinesi di relazioni internazionali, Yang Cheng e Shi Yinhong, in un'intervista alla Central News Agency cinese.

Hanno detto che in Ucraina, la Cina stava perseguendo un delicato equilibrio tra le sue crescenti relazioni strategiche ed economiche con la Russia da un lato e il mantenimento di relazioni economiche chiave dall'altro. Questa comprensione della posizione della Cina come una "neutralità filo-russa" è condivisa da molti analisti occidentali.

Yang e Shi sostengono che la Cina ha veicolato il suo messaggio alla Russia nelle sfumature e che Putin capirà che la Cina non approva necessariamente le sue azioni ma non interverrà per fermarlo. Yang prosegue affermando che la Cina crede che il suo atto di equilibrio supererà questa crisi senza danneggiare le sue relazioni con i principali mercati occidentali.

il Governo cinese era a conoscenza dei piani di invasione di Putin, ha chiesto alla Russia di non procedere fino a dopo le Olimpiadi invernali di Pechino, ma non è chiaro a quale livello ha avuto luogo questo dialogo.

Tuttavia, data la calda relazione personale tra Xi e Putin, è altamente improbabile che Xi non lo sapesse, anche se gran parte del Governo cinese è stato colto alla sprovvista dall'invasione. Sempre secondo l'intelligence statunitense,

i funzionari cinesi hanno ripetutamente respinto i tentativi dell'amministrazione Biden di condividere informazioni sui piani di invasione della Russia, prima di informare le controparti russe su quello che credevano essere un pezzo di guerra dell'informazione statunitense.

Gli analisti sostengono, quindi, che è probabile che i piani della Russia per l'Ucraina sono stati tenuti molto da vicino sia a Mosca che a Pechino.

Se Xi non lo sapesse, afferma la Kapetas, la sua ignoranza sarebbe imbarazzante vista la presunta vicinanza della Cina con la Russia. Ma forse sia lui che Putin si aspettavano che andasse a finire come è successo con l'occupazione russa della Crimea e del Donbas nel 2014: bassi livelli di resistenza che hanno consentito una rapida decapitazione dell'apparato politico ucraino, seguita da sanzioni più fastidiose ma non disastrose e strette di mano da l'Occidente che la Russia sarebbe pronta a cavalcare.

In altre parole, Xi avrebbe potuto pensare che i sistemi politici occidentali, in parte indeboliti dalla guerra ibrida che la Russia sta conducendo contro l'Occidente da oltre un decennio, non sarebbero stati in grado di rispondere efficacemente. La guerra della Russia sarebbe un altro drenaggio della fiducia degli stati e delle alleanze occidentali, un'altra sconfitta per la democrazia.

Bisogna porsi delle domande e darsi delle risposte

Xi è ora soddisfatto del ritmo di destabilizzazione geopolitica che la Russia ha stabilito? Capisce davvero la portata delle ambizioni di Putin e il significato della linea che la Russia ha appena attraversato invadendo un paese europeo con forze militari convenzionali sostenute da minacce nucleari? Quante ipotesi geopolitiche dovranno essere ripensate? E quale valore ha ora la Russia come partner strategico?

A breve termine, sostengono molti analisti, Pechino dovrà decidere come, in quanto partner strategico più vicino di Mosca, gestirà l'isolamento politico ed economico della Russia, poiché l'indignazione e il disgusto internazionali per l'invasione di Putin e la continua escalation della guerra raggiungono il culmine.

La reazione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nel bel mezzo del discorso del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e lo schiacciante voto dell'Assemblea generale contro la Russia, in una con il pacchetto di sostegno da 5,2 miliardi di dollari della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale per l'Ucraina, mostra che Mosca ha decisamente perso la guerra dell'informazione, dice l'analista di ASPI.

L'incapacità della Cina di condannare la Russia e i suoi ripetuti appelli alla "diplomazia" senza alcuna azione rendono i suoi tentativi di proiettare la neutralità sul conflitto estremamente poco convincenti, specialmente quando sta conducendo una campagna pro-Putin con tanto di entusiasmo all'interno dei suoi confini.

E tutto ciò è preoccupante per la Cina dove, da quando Xi è salito al potere, i diritti umani vengono sempre più compressi in ogni modo. Il coraggio degli ucraini che combattono per la loro sovranità fornisce un enorme impulso alle forze pro-democrazia ovunque, sostengono gli studiosi della Cina.

In tutto il mondo, la società civile, da sempre un punto cieco per gli autoritari, si è mobilitata a sostegno dell'Ucraina, come dimostrano le massicce proteste di piazza e l'ondata di sostegno ai rifugiati.

Ovviamente, i propagandisti di Mosca continueranno a rivolgersi agli ammiratori dell'autoritarismo nell'UE e negli Stati Uniti.

E Russia e Cina, come dice la Kapetas, cercheranno di contrastare la realtà continuando a promuovere una narrativa della Russia come vittima dell'aggressione occidentale, in particolare quando le sanzioni colpiscono i cittadini russi, qualcosa per cui molti nella comunità internazionale si sentono giustamente a disagio. Ma il vittimismo è difficile da vendere mentre le atrocità russe in Ucraina si moltiplicano.

La retorica del presidente russo Vladimir Putin e del suo omologo cinese, Xi Jinping, ha convinto molti analisti che i legami formali sono il prossimo passo logico. Spinti dall'opposizione alla percepita egemonia degli Stati Uniti, i due leader si incontrano frequentemente, stimolando la cooperazione su una serie di questioni di politica e sicurezza internazionale. Ed anche le esercitazioni militari congiunte sono diventate un evento regolare.

La recente dichiarazione di 5.300 parile, dunque, come detto, devono rappresentare una visione cooperativa senza precedenti per un ordine internazionale plasmato dalle due principali potenze autoritarie del mondo.
In una nuova era di "senza limiti" e "senza aree di cooperazione proibite" per la loro partnership, Cina e Russia hanno concordato di espandere la collaborazione in tutto il mondo e nei reciproci quartieri in modi che "sono superiori a quelli politici e militari dell'era della Guerra Fredda. E ciò include il sostegno cinese alla posizione della Russia sulla NATO.

Ecco, allora, che l'approfondimento dell'allineamento strategico Cina-Russia rappresenta una sfida tremenda - e un antecedente logico da comprendere - per l'occidente e per tutte le democrazie liberali.

Una necessaria e logica analisi, tuttavia, completamente omessa da tutti coloro che oggi chiamano in causa, semplicisticamente, la Cina quale soggetto negoziatore.

E proprio ieri, l'Assemblea nazionale del popolo del PCC ha annunciato che preparerà strumenti legali per risolvere i conflitti nelle relazioni internazionali e sarà pronta ad utilizzare mezzi legali per proteggere la Cina.

Studiare per decidere, dunque.





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