Il mese scorso l'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni ha approvato il "quadro di visione 6G", con Pechino che prevede di esplorare i primi scenari applicativi già nel 2025, aumentando le sue capacità di intelligence e cyber offensive
G Iuvinale
Nella riunione tenutasi a Ginevra dal 12 al 22 giugno scorso, l'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU) - l'Agenzia specializzata per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione delle Nazioni Unite - ha approvato il "6G vision framework", un documento che costituisce la base nella ricerca e nello sviluppo del 6G, aprendo la strada all'espansione di tale tecnologia in tutto il mondo.
Come accaduto nel 5G, anche per il 6G Pechino è avanti a tutti negli sforzi volti a stabilire un dominio globale nel settore della tecnologia wireless di nuova generazione che si è trasformato in un campo di battaglia chiave per la “quarta rivoluzione industriale dell’era moderna”.
L'approvazione della Raccomandazione per l'IMT-2030 (questo è il nome nome della tecnologia 6G dato dall'ITU) è arrivata al 44° incontro ITU-R WP 5D di Ginevra, dopo due anni e quattro mesi di continue discussioni ed un totale di 156 contributi a livello mondiale.
Rispetto ai soli tre scenari di utilizzo chiave della tecnologia 5G, il nuovo documento ne ha definiti ben sei che fungono da principi di progettazione essenziali applicabili per tutti gli impieghi: sostenibilità, intelligenza onnipresente, sicurezza/privacy/resilienza e connessione tra tutto ciò che non è ancora in rete.
Scenari di utilizzo e aspetti generali del 6G
Come detto, tre di questi sono ulteriori miglioramenti degli scenari di utilizzodel 5G, ovvero la comunicazione immersiva, la comunicazione massiccia e la comunicazione iper affidabile e a bassa latenza che migliorano capacità come la velocità dati, di traffico nell'area, la densità di connessione, la latenza e l'affidabilità.
Una caratteristica chiave del 6G è che consentirà l'interoperabilità delle reti terrestri con tecnologie non terrestri come i satelliti, ha affermato l'ITU.
Capacità di utilizzo del 6G
Il vantaggio globale cinese nel 6G
China Unicom, l'operatore di telefonia mobile creato nel 1994 come società controllata dallo Stato cinese, sta lavorando duramente per esplorarne le potenzialità del 6G.
Il suo lancio commerciale in Cina dovrebbe iniziare dal 2030, ha affermato l'azienda.
"China Unicom è determinata ad accelerare la ricerca e lo sviluppo del 6G affrontando le tecnologie chiave", ha affermato Liang Baojun, vicedirettore generale dell'operatore di telecomunicazioni.
"Il fornitore di reti cellulari promuoverà una stretta collaborazione tra l'industria, la comunità accademica e gli istituti di ricerca per portare avanti l'innovazione collaborativa nell'architettura e nelle tecnologie di rete unificate 6G", ha affermato Liang.
Standard internazionali e dominio cinese dell'Internet globale
Da anni Pechino compie sforzi significativi per plasmare gli standard globali nelle tecnologie emergenti, in particolare nel 5G e nel 6G, nell’intelligenza artificiale (IA) e nell’Internet of Things.
La loro definizione tecnica e il loro controllo sono importanti a livello geostrategico.
I parametri dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, ad esempio, consentono l’impiego delle comunicazioni telefoniche, satellitari e di Internet. Le specifiche tecniche della tecnologia emergente sono (o saranno) determinate dagli standard ICT che plasmeranno la futura rivoluzione industriale della tecnologia dell’informazione.
Le nazioni che stabiliscono e forniscono questi standard diventano titolari della proprietà intellettuale (PI), nonché della formazione, dello sviluppo e del controllo delle relative catene di approvvigionamento; il che genera ulteriori capacità strategiche nell’accedere e controllare ampi sistemi.
Da questo punto di vista, la Cina ha creato un ragguardevole vantaggio nel 5G (e lo avrà anche nel 6G) che è composto in modo significativo dal software. Poiché le reti ICT e backbone sono dipendenti da questi strumenti, Pechino ha acquisito la capacità di controllare l’accesso dei Paesi alla tecnologia, alle apparecchiature e ai servizi da cui dipendono i consumatori, l’industria e la sicurezza nazionale.
Pechino considera la campagna di standardizzazione tecnica nazionale e internazionale come una componente fondamentale della strategia per far crescere economicamente il Paese ed espandere il suo potere geostrategico.
In numerosi discorsi pronunciati dal Segretario Generale del PCC Xi Jinping tra il 2014 e il 2016, si afferma che la Cina può essere una nazione leader solo se diventa un decisore internazionale e gli standard sono la “prima mossa a scacchi” dell’espansione globale.
Per questo, Pechino ha lavorato per espandere la propria influenza sui Comitati di standardizzazione internazionali come l’ITU, l’Organizzazione Internazionale di Standardizzazione (ISO) e la Commissione Elettrotecnica Internazionale; dopo Francia e Germania, ha la più alta partecipazione nei Comitati Tecnici IEC e detiene dieci Segreterie. All’ISO ne ha 79 e, sebbene la Cina non detenga presidenze formali di gruppi di studio presso l’ITU, rappresentanti di Huawei, ZTE, China Telecom, China Mobile, Alibaba e CAICT detengono Vicepresidenze.
La Cina, inoltre, si è posta l’obiettivo di diventare una “superpotenza informatica” e la governance è passata dall’essere focalizzata, principalmente, verso l’interno ad una proiezione più attiva, verso l’esterno. In breve, i leader cinesi hanno deciso che il controllo dell’Internet domestico era necessario, ma non sufficiente, ed ora stanno plasmando anche l’Internet globale.
Per raggiungere questi obiettivi, Pechino ha sviluppato all’interno del Paese un complesso di strategie, leggi, misure, regolamenti e standard di sicurezza informatica interconnessi, che prende il nome di cyber governance. All’esterno, invece, ha utilizzato gli sforzi diplomatici per espandere il concetto di sovranità informatica nelle organizzazioni e nei forum internazionali.
La capacità di definire standard internazionali è uno strumento sia di mercato che di influenza politica. Pechino sta dando una spinta sulla formazione di standard nelle tecnologie emergenti come 5G, 6G e IA ed è probabile che ciò aumenti le capacità di intelligence e cyber offensive dei servizi segreti cinesi e dell’Esercito Popolare di Liberazione, anche alla luce della legge sulla fusione militare-civile.
La Cina, dunque, ha in mano le chiavi per dominare “quarta rivoluzione industriale dell’era moderna”come il 5G, il 6G, lo sviluppo digitale, l’IoT, le smart cities, la moneta digitale e-CNY, i big data e tanto altro. Pechino è anche diventata leader globale nell’intelligenza artificiale non perché i suoi informatici siano più intelligenti di quelli di Microsoft, ma perché ha un grande vantaggio sui dati, che sono la "benzina", come ripete Xi Jinping, "che alimenta il motore dell’intelligenza artificiale".
I tempi di sviluppo del 6G
Il completamento della visione globale del 6G segna l'inizio ufficiale della sua standardizzazione. Si tratta di una pietra miliare nello sviluppo del 6G, che sarà implementato attraverso la cooperazione internazionale secondo la tempistica fissata. Nei prossimi tre anni, a partire dal 2024, infatti, il gruppo lTU-R WP 5D si concentrerà sullo studio dei requisiti prestazionali tecnici dettagliati, dei criteri e delle metodologie di valutazione, aprendo la strada alla valutazione della proposta tecnologica nell'ultima fase del ciclo IMT-2030, ovvero dal 2027 al 2030.
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