Eretta la "Grande Muraglia" legale a protezione degli interessi di partito con efficacia extraterritoriale. La nuova "arma magica" consentirà a Xi di decidere come e con chi le imprese private possono fare affari, chiudendo alla bisogna la porta delle relazioni economiche
G e N Iuvinale
La massima legislatura cinese ha approvato ieri la legge sulle relazioni estere con il dichiarato fine di introdurre uno "scudo" per la sicurezza nazionale, attivabile, con efficacia extraterritoriale, in caso di "guerra" economica con i Paesi occidentali, in particolare contro gli USA e i suoi alleati.
Tuttavia, al di là delle varie dichiarazioni di facciata che ne hanno accompagnato l'adozione, la norma rafforza ulteriormente il controllo dello Stato nell'economia, con le imprese, anche private, che dovranno ora rispettare, pena l'adozione di sanzioni, i provvedimenti di politica estera del Partito Comunista Cinese (PCC).
Non solo. Il nuovo strumento giuridico, che si aggiunge ad un quadro normativo di controllo economico pubblico pervasivo, integra un'arma che consentirà al PCC di realizzare le sue priorità economiche e militari oltre i confini nazionali nella auto-dichiarata "guerra" contro l'Occidente.

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L'efficiacia soggetiva ed extraterritoriale
Come detto, il quadro normarivo introduce un'"arma" azionabile oltre confine dal PCC a protezione degli interessi statali e di partito per effetto della sua efficacia extraterritoriale. Una lettura conbinata delle seguenti disposizioni chiarisce maggiormente tale concetto.
L'articolo 6 dispone che "Gli organi dello Stato e le forze armate, i partiti politici e le organizzazioni popolari, le imprese, le istituzioni e le altre organizzazioni sociali e i cittadini hanno la responsabilità e l'obbligo di salvaguardare la sovranità nazionale, la sicurezza, la dignità, l'onore e gli interessi negli scambi e nella cooperazione con l'estero".
Il successivo articolo 8 introduce un meccanismo sanzionatorio, prevendendo che "Qualsiasi organizzazione o individuo che violi la presente legge e le leggi pertinenti e si impegni in attività che danneggiano gli interessi dello stato nei cambi esteri sarà indagato per responsabilità legale secondo la legge".
L'articolo 35, comma 3, sancisce che "Le organizzazioni e gli individui in Cina devono attenersi al contenuto dell'annuncio del Ministero degli Affari Esteri e alle relative misure dei vari dipartimenti e regioni, e non devono intraprendere atti che violino le suddette risoluzioni e misure sanzionatorie".
L'articolo 37 introduce la regola dell'extraterritorialità, stabilendo che "Lo Stato adotta le misure necessarie in conformità con la legge per proteggere la sicurezza e i legittimi diritti e interessi dei cittadini e delle organizzazioni cinesi all'estero e per proteggere gli interessi esteri del Paese da minacce e violazioni. (2) Lo stato rafforza il sistema di protezione degli interessi esteri, il meccanismo di funzionamento e lo sviluppo delle capacità".
Secondo l'articolo 38 "La Repubblica popolare cinese protegge i diritti e gli interessi legittimi degli stranieri e delle organizzazioni straniere in Cina in conformità con la legge. (2) Lo Stato ha il diritto di consentire o rifiutare l'ingresso, il soggiorno e la residenza degli stranieri e di gestire le attività delle organizzazioni straniere all'interno del territorio secondo la legge. (3) Gli stranieri e le organizzazioni straniere in Cina devono rispettare le leggi cinesi e non devono mettere in pericolo la sicurezza nazionale della Cina, danneggiare gli interessi pubblici o turbare l'ordine pubblico.
La legislazione, inoltre, fornisce una base legale per compiere raid e svolgere indagini su aziende straniere, attività di "ritorsione" già avvenute in passato. Le autorità cinesi, infatti, hanno intrapreso quest'anno una serie di azioni contro le aziende occidentali, tra cui l'irruzione e la chiusura degli uffici locali di diverse società di consulenza con sede negli Stati Uniti. E queste iniziative sono mosse di ritorsione alle crescenti restrizioni commerciali e tecnologiche da parte degli Stati Uniti.
L'iter e la dichiarata ratio legis
L'emanazione della legge è stata preceduta da uno specifico rapporto - presentato dal PCC nel corso 20° Congresso Nazionale dello scorso ottobre nel quale Xi è stato rieletto per la terza volta consecutiva Segretario del PCC - con cui il Partito ha espresso l'intenzione di "intensificare la legislazione in settori chiave, emergenti e legati all'estero e a promuovere lo stato di diritto in patria e in affari esteri in modo coordinato".
Approvata il 28 giugno scorso nel corso della terza riunione del Comitato permanente della XIV Assemblea nazionale del popolo, la disciplina sulle relazioni estere della Repubblica popolare cinese entrerà in vigore il prossimo 1° luglio.
"Negli ultimi anni, i cambiamenti dell'ambiente esterno hanno portato nuovi conflitti e sfide per la Cina e le scappatoie nello stato di diritto negli affari esteri sono state gradualmente rivelate", ha detto al Global Times Huo Zhengxin, professore di diritto presso l'Università cinese di scienze politiche. "Da un lato, di fronte a una certa egemonia occidentale che spesso interferisce negli affari interni della Cina con la 'legge' e impone sanzioni unilaterali e 'giurisdizione a braccio lungo', la Cina non ha ancora istituito un sistema di preparazione globale e un efficace meccanismo di blocco. Lo 'scudo' dello stato di diritto negli affari esteri non è stato completamente stabilito, ha osservato Huo. "D'altra parte, in termini di salvaguardia della sovranità, della sicurezza e degli interessi di sviluppo della Cina, c'è ancora una carenza di offerta istituzionale in termini di diritto e la 'lancia' dello stato di diritto negli affari esteri deve essere accelerata", ha aggiunto l'esperto cinese.
"Per la prima volta, la legge stabilisce lo scopo, le condizioni e l'orientamento politico dell'applicazione della legge cinese nelle relazioni estere e stabilisce i principi per le misure di contrasto e le misure restrittive nei confronti di Paesi, individui o organizzazioni stranieri", ha detto al Global Times Huang Huikang, professore dell'Istituto di diritto internazionale dell'Università di Wuhan. "Stabilisce inoltre sistemi e meccanismi di lavoro corrispondenti, in modo da costruire il quadro del sistema legale di base per la legge cinese nell'applicazione extraterritoriale", ha affermato Huang.
Il risvolto della medaglia: il potere assoluto nell'economia e in politica estera del PCC
Come detto, il nuovo strumento giuridico si sovrappone ad un quadro normativo di controllo economico pubblico particolarmente pervasivo, attraverso il quale il PCC - e per esso Xi Jinping - opera nell'economia, controllando tutte le imprese siano esse statali (SOE) o private.
La legge sulle relazioni estere, inoltre, mette per iscritto per la prima volta che chi governa il Paese è il Partito Comunista e non lo Stato, conclamando la stretta di Xi sul potere.
Il governo cinese, peraltro, ha sviluppato numerose iniziative con le quali controlla l’economia interna, monitora gli affari aziendali ed indirizza imprese e risorse, anche private, per realizzare le priorità del PCC.
All’interno di questo quadro di controllo pubblico pregnante, le tradizionali definizioni di controllo statale non possono trovare applicazione in quanto per effetto (anche) del combinato disposto dei nuovi articoli 6 e 37 della legge sulle relazioni estere, qualsiasi impresa soggetta alla legge cinese può essere obbligata - ovunque operi - ad agire per conto e nell’interesse del governo, indipendentemente dalla sua proprietà formale.
Peraltro, già l'articolo 19 del diritto societario attribusce al PCC un potere di intervento negli affari economici ove dispone che le SOE e le società private cinesi devono avere una cellula interna del PCC alla quale la direzione aziendale deve obbedire.
Tuttavia, considerato che il sistema politico cinese è dominato da Xi Jinping il quale in un decennio è riuscito a centralizzare nella sua persona i processi decisionali in politica interna, economica, estera e militare, la nuova disciplina si inserisce nel solco del nuovo totalitarismo cinese, connotandosi di particolare gravità con riferimento alla sua portata applicativa anche territoriale.
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