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Il renminbi digitale e lo standard globale delle “Central Bank digital currencies”


L’infrastruttura blockchain realizzata da Pechino per costruire un apparato economico e politico più forte e tentare di ridurre l’egemonia del dollaro


Gabriele e Nicola Iuvinale


“La civiltà digitale è un mondo in cui gli spazi digitali creano una comunità dal destino condiviso. Il vasto oceano di dati, proprio come le risorse petrolifere durante l’industrializzazione, contiene un’immensa potenza produttiva e opportunità. Chiunque controlli le tecnologie dei big data controllerà le risorse per lo sviluppo e avrà il sopravvento.”

Queste parole furono pronunciate dal presidente cinese Xi Jinping, intervenendo alla prima riunione del Central Leading Group for Cybersecurity nel 2014.

Da allora tanto tempo è trascorso e il mondo di oggi sta subendo cambiamenti mai visti. È in atto una nuova rivoluzione tecnologica. I dati, soprattutto i big data, sono diventati un nuovo fattore della produzione. La tecnologia dell’informazione è diventata una nuova vetta dell’innovazione. Le reti sono diventate la nuova infrastruttura. L’economia digitale è diventata un nuovo motore economico. La sicurezza informatica è diventata una nuova sfida globale.

Il Partito Comunista Cinese (PCC) considera la sovranità territoriale e quella informatica come indivisibili. Il concetto di “comunità dal destino condiviso per l’umanità” è apparso per la prima volta sotto Hu Jintao nel 2007 e poi nel 2012 e da allora si è evoluto sotto Xi Jinping. Per Xi, il concetto racchiude l’idea che “una Cina più attiva negli affari globali... potrebbe avvantaggiare la prosperità e il benessere delle popolazioni di tutto il mondo e promuovere la riforma e lo sviluppo [del] sistema di governance globale”. Questa visione ha dettato l’agenda di politica estera e la strategia nazionale di Pechino.

Decenni di crescita economica e la priorità del governo hanno consentito a Pechino di posizionarsi al centro anche del commercio marittimo globale. La politica di potenziamento della connettività marittima ha portato notevoli vantaggi economici alla Cina e ha accresciuto l’influenza di Pechino sul flusso di merci in tutto il mondo. La potenza della Cina si avvale non solo del controllo dei porti e delle rotte, ma anche della tecnologia informatica della Digital Silk Road, dello sviluppo della fintech (tecnologia finanziaria) e della sua valuta digitale di Stato, l’e-CNY.

Dall’infrastruttura tecnica del Digital Currency/Electronic Payment (DCEP), il progetto di valuta digitale statale della People’s Bank of China (PBOC), è stato creato il renminbi digitale (e-CNY).

Questo nuovo modello rende la PBOC in grado di tracciare e analizzare i dati associati al trasferimento delle passività e delle attività delle società finanziarie. Ciò è in linea con la direttiva del Piano di sviluppo Fintech 2019 per strappare il controllo delle infrastrutture finanziarie “critiche” alle entità private.

Il Digital Currency Electronic Payment è solo una componente della strategia a lungo termine della Cina per sviluppare un’economia completamente digitale e condurre il mondo verso un futuro guidato dall’utilizzo di dati intelligenti. La valuta e-CNY riguarda tanto i dati, quanto il denaro.

Principalmente è una questione interna, ma è altamente probabile che tale politica monetaria si ripercuota anche in quella estera, dato che la Cina sta spingendo il resto del mondo a seguire il suo percorso tecnologico. Ma a lungo termine l’approccio strategico della Cina alla tecnologia finanziaria getterà le basi che potrebbero dare a Pechino, nei prossimi decenni, un grande vantaggio economico globale.

I responsabili delle politiche finanziarie statunitensi ed europee hanno appena iniziato a studiare un dollaro o un euro digitale; la Cina, invece, è già nel pieno sviluppo della digitalizzazione dell’intera economia e della sua moneta digitale di Stato, l’e-CNY.

Il presidente Xi Jinping ha definito, nel 2017, i dati “un nuovo fattore di produzione, una risorsa fondamentale e strategica [...] necessaria per costruire un’economia digitale”. Il governo cinese mira alle informazioni digitali per alimentare l’infrastruttura e le applicazioni che regolano la vita quotidiana, consentendo allo Stato il loro uso per fini politici ed economici.

Sebbene un renminbi digitale non possa, nel breve termine, competere direttamente con il dollaro USA, più stabile e attraente a livello globale, la funzionalità della moneta digitale potrebbe spingere l’innovazione guidata da Pechino all’interno del sistema finanziario globale. Infatti, la strategia a lungo termine della Cina, nel settore economico-digitale, include la creazione di uno “standard di riferimento” nelle tecnologie digitali emergenti, che nessun Paese, nemmeno gli Stati Uniti, sta dominando.

Il mercato cinese ha avuto pagamenti digitali e mobili per anni, ma un renminbi digitale è uno sviluppo nettamente diverso. Consente agli utenti di detenere direttamente un asset digitale emesso dalla banca centrale e trasferibile tra diverse piattaforme bancarie e di pagamento. L’e-CNY ha avuto una fase pilota ad aprile 2020. Per incentivare i cittadini a pagare utilizzando la moneta digitale, il governo ha pensato ad una particolare iniziativa: una lotteria che ha messo in palio per circa 50mila cittadini un totale di 10 milioni di yuan digitali (1,2 milioni di euro) da spendere per le spese quotidiane.

A fine giugno 2021, circa 21 milioni di persone e 4 milioni di aziende disponevano di portafogli e-CNY e avevano effettuato circa 71 milioni di transazioni per un totale di 5,3 miliardi di dollari in renminbi digitale.

Al febbraio 2022, sono state effettuate transazioni e-CNY per un valore di oltre 87,5 miliardi di yuan (13,78 miliardi di dollari USA), secondo i dati del governo. Inoltre, al novembre 2021 erano stati creati oltre 10 milioni di portafogli aziendali.

Con oltre 100 milioni di consumatori cinesi che già utilizzano questa valuta, l’e-CNY ha già varcato i confini. La Bank for International Settlements (BIS) ha avviato un programma, chiamato Multiple Central Bank Digital Currency Bridge (m-CBDC Bridge), che consentirà di elaborare pagamenti in e-CNY, direttamente, tra la Cina, Hong Kong e altri Paesi, tra i quali la Thailandia e gli Emirati Arabi Uniti.

L’mBridge, che è ancora in fase pilota, promette grossi vantaggi che attraggono aziende e governi. Consentirebbe, infatti, che i trasferimenti internazionali avvengano in pochi secondi e il costo per gli utenti di tali transazioni potrebbe essere ridotto fino alla metà. I pagamenti con mBridge possono avvenire a tutte le ore del giorno e della notte, eliminando i disallineamenti di fuso orario che rendono impraticabile il pagamento “alla consegna della merce”, nelle transazioni transcontinentali. Consentendo pagamenti verificabili in tempo reale, mBridge ridurrebbe drasticamente i rischi e gli oneri amministrativi inerenti al commercio globale. Il progetto mBridge ha fatto progressi significativi. Nel 2021, ventidue grandi banche internazionali, tra le quali UBS, Standard Chartered e Société Général, avevano individuato quindici usi vantaggiosi di mBridge in commercio internazionale, transazioni sul mercato dei capitali, emissione di obbligazioni societarie digitali, finanza della catena di approvvigionamento e finanza commerciale programmabile. A partire dal 2022, Goldman Sachs testerà l’emissione di obbligazioni tokenizzate e HSBC la finanza commerciale programmabile.

Ad esempio, l’mBridge, creando un mezzo alternativo di scambio internazionale, renderebbe più difficile per l’Occidente applicare sanzioni economiche e indagare sulla criminalità. L’attuale sistema di cambio internazionale basato sul dollaro si fonda su una rete globale di banche collegate e un insieme di comunicazioni nota come SWIFT. Poiché gli Stati Uniti e i Paesi alleati dominano questo sistema (un’infrastruttura hub-and-spoke nella quale la maggior parte degli hub dipende da una presenza in Occidente), sono in grado di imporre sanzioni e monitorare il riciclaggio di denaro e altri crimini. Qualsiasi banca che non rispetti diligentemente le richieste occidentali rischia di essere tagliata fuori dal sistema, con potenziali implicazioni importanti di business. In quanto canale criptato e opaco, esterno alle giurisdizioni occidentali, mBridge si pone come soluzione alternativa.

A breve termine, la Cina potrebbe anche utilizzare la valuta e le relative infrastrutture per aggirare le sanzioni statunitensi. Un collegamento valutario diretto basato su blockchain potrebbe facilitare il commercio e il supporto in luoghi come Iran, Venezuela e Corea del Nord. Allevierebbe anche la pressione delle sanzioni sulla Russia, che da anni scarica le sue riserve in USD.

Il renminbi digitale è uno strumento del PCC per raccogliere ogni byte di dati finanziari per aggregarli, analizzarli e sfruttarli per costruire un apparato economico e politico più forte. L’obiettivo è che il denaro sia più “intelligente” per rendere più “intelligente” lo Stato, ovvero più potente il PCC. Man mano che l’economia mondiale diventa più digitalizzata, l’innovazione passerà attraverso l’interpretazione dei dati aggregati, così da ottenere anche un vantaggio nella competizione economica globale. Il PCC ha compreso l’importanza di questo calcolo economico. È probabile anche che il governo di Pechino trasferisca dati esteri e nazionali ad aziende cinesi per offrire loro vantaggi competitivi. Una delle componenti principali della strategia difensiva della Cina, contro il contenimento percepito dall’Occidente, è la costruzione di un sistema commerciale globale di materie prime basato sullo yuan, nel tentativo di migliorare il potere di determinazione dei prezzi, ridurre la vulnerabilità della Cina nel commercio di risorse globali e rafforzare la posizione finanziaria globale di Pechino. I principali fornitori di petrolio alla Cina, come Russia, Angola, Venezuela, Iran e Nigeria, ora accettano yuan per i pagamenti. Nel World Energy Development Report 2017 cinese è stato anche proposto il concetto di “yuan-gas”. Data la natura frammentata dei mercati globali del gas naturale e la leva cinese come principale acquirente, l’emergere di uno yuan-gas non è un sogno irrealizzabile. Russia, Iran e Cina producono collettivamente più gas naturale liquefatto (GNL) rispetto agli Stati Uniti e dispongono tutti di infrastrutture finanziarie non in dollari.

Infatti, il 30 marzo scorso il primo accordo cinese sul gas naturale liquefatto (GNL) denominato in yuan è stato concluso a Shanghai, secondo la China National Offshore Oil Corporation (CNOOC), la società statale cinese di petrolio e gas. Questo è un passo importante per la Cina per esplorare le transazioni di regolamento transfrontaliero in yuan nel campo del commercio di petrolio e gas. Vale la pena notare che l'accordo è stato concluso tra CNOOC e la francese Total Energy, il trading è stato condotto attraverso lo Shanghai Oil and Natural Gas Exchange. In totale sono stati venduti 65.000 GNL, provenienti dagli Emirati Arabi Uniti. La Cina ha importato più di 500 milioni di tonnellate di petrolio greggio e oltre 100 milioni di tonnellate di gas naturale nel 2022, con un GNL pari a 63,44 milioni di tonnellate, secondo l'Amministrazione generale delle dogane cinese.

Un altro componente di un sistema finanziario avviato dalla Cina è il Sistema di Pagamento Interbancario Transfrontaliero (Cross-Border Interbank Payment System - CIPS) della PBOC, implementato dallo yuan digitale. Lanciato nel 2015, il CIPS è diventato un’infrastruttura finanziaria che potrebbe consentire alle entità sanzionate di entrare nei mercati globali. Il CIPS combina servizi di messaggistica finanziaria e funzioni di regolamento in un’unica piattaforma. È l’alternativa cinese alla combinazione “SWIFT + CHIPS” (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunications e Clearing House Interbank Payments System) che sposta il dollaro tra diverse istituzioni a livello globale.

Inoltre, il piano della Cina di istituire un pool di riserve di liquidità in yuan con la Banca dei Regolamenti Internazionali potrebbe aiutare a promuovere l’uso internazionale della valuta. Secondo gli analisti, il piano della Cina, oltre che in Indonesia, Malesia, Hong Kong, Singapore e Cile potrebbe aprire la strada ad un ruolo di ancoraggio della valuta nella regione Asia-Pacifico. L’annuncio mette in evidenza lo sforzo che la banca centrale cinese sta compiendo per mettere in atto infrastrutture che aiutino a ridurre l’egemonia del dollaro.

Il 22 giugno 2020, il giornale di Hong Kong South China Morning Post ha riferito che Fang Xinghai, vicepresidente della China Securities Regulatory Commission, ha affermato che poiché la Cina si basa principalmente sul sistema di pagamento in dollari USA nelle transazioni internazionali, sarebbe vulnerabile a possibili sanzioni da parte degli Stati Uniti.

“Per molto tempo gli Stati Uniti hanno occupato una posizione dominante assoluta nel sistema monetario globale, stabilendo così la posizione di forza del dollaro USA e controllando le infrastrutture di pagamento e di regolamentazione internazionali. Il dollaro USA rappresenta oltre il 60% delle riserve valutarie globali e il 90% delle transazioni di capitale internazionale. Le valute di molti Paesi sono ancorate al dollaro USA e anche il mercato dei tassi di interesse segue la politica di quelli della Fed. Il dollaro USA è utilizzato dalla maggior parte dei Paesi come strumento di quotazione, pagamento e compensazione nelle transazioni internazionali”. Fang Xinghai ha aggiunto che gli Stati Uniti controllano la Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (SWIFT) e il New York Clearing House Interbank Payment System (CHIPS). SWIFT è una rete di trasmissione di messaggi finanziari di livello mondiale, che fornisce servizi di trasmissione di informazioni, di pagamento e regolamentari per istituzioni finanziarie globali.

Anche la Hoover Institution, nel suo rapporto del 2022, sottolinea come l’e-CNY potrebbe, in definitiva, “minare il tradizionale predominio del dollaro USA come valuta di riserva dominante e fonte di influenza geostrategica". Il calo di potere del dollaro USA sminuirebbe anche uno strumento chiave nel playbook della sicurezza nazionale americana: la capacità di dispiegare sanzioni paralizzanti contro gli Stati canaglia e quelli che violano i diritti umani.

Non dimentichiamo che la strutturazione di un equo sistema monetario internazionale è il presupposto indispensabile per la normalizzazione degli equilibri politici ed economici mondiali. Poiché il tema, anche se di fondamentale importanza, costituisce un aspetto puramente tecnico della politica economica, va preliminarmente chiarito che esso presuppone, a monte, un discorso che deve necessariamente toccare aspetti essenziali di razionalità, di etica e culturali, perché, altrimenti, lo strumento monetario “impazzisce” nelle mani di chi l’adopera e non è più uno strumento al servizio della collettività, ma viceversa una grave minaccia alle stesse libertà fondamentali dei popoli, soprattutto quando è nelle mani di un regime, come quello cinese, che ha raggiunto il livello di totalitarismo. Quando dei termini strabilianti entrano nel linguaggio corrente, l’opinione pubblica perde la consapevolezza del loro significato e si adatta ad accettare come fatti normali anche episodi assolutamente straordinari.

Photo: La Cina di Xi Jinping - Verso un nuovo ordine mondiale sinocentrico? (Italian)


Gabriele and Nicola Iuvinale


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