La "nuova era" della cooperazione militare globale sino-russa
- Gabriele Iuvinale

- 11 giu 2023
- Tempo di lettura: 7 min
Ad un anno dall'invasione dell'Ucraina, la partnership tra i due Paesi continua ad approfondirsi. Nella logica del nuovo concetto strategico di cooperazione militare globale, assume rilevanza il contributo di Mosca agli interessi di sicurezza di Pechino nel Pacifico
G e N Iuvinale
In un momento in cui molti leader mondiali si sono visti "costretti" a rivedere le loro opinioni sulla Russia e su Putin, Xi Jinping sta aumentando il suo sostegno al "caro amico" Vladimir.
Ad un anno dall'invasione dell'Ucraina, infatti, la partnership tra i due Paesi continua ad approfondirsi senza soluzione di continuità, ampliandosi anche militarmente.

Foto Gettyimages
Il recente linguaggio diplomatico segnala il cambiamento
Durante l'invasione russa dell'Ucraina, il PCC ha dato priorità al partenariato strategico della Cina con la Russia riguardo ai legami con l'Europa e al principio di politica estera del rispetto della sovranità degli altri Paesi.
Il 4 febbraio 2022, Putin e Xi hanno dichiarato congiuntamente la loro determinazione a lavorare insieme per costruire un nuovo ordine internazionale, affermando che la loro partnership “non ha limiti”.
Il 21 marzo scorso i due capi di stato hanno firmato una dichiarazione congiunta, la New Era Strategic Partnership of Coordination, che ha segnato un passaggio esplicito dalla costruzione della fiducia reciproca e della cooperazione al contrasto congiunto del sistema internazionale guidato dagli Stati Uniti.
Nell'ultimo vertice del 20-22 marzo, Xi e Putin hanno utilizzato un linguaggio nuovo per descrivere la loro partnership. Annunciando la Russia come “meglio di un alleato”, la dichiarazione congiunta ha incluso il sostegno della Russia alla posizione della Cina su Taiwan, ma non ha menzionato specificamente l'Ucraina.
Ora non si parla più di amicizia "senza limiti", ma di un'alleanza di livello "superiore" addirittura a quelle della Guerra Fredda, tuttavia non integrante - a dire da Pechino e Mosca - una cooperazione di tipo militare.
L'enfatizzazione dei punti messi in discussione dalla Russia e le sue critiche alla NATO
Per tutto il 2022, il governo cinese ha sostenuto apertamente le posizioni russe sull'Ucraina affermando di essere "imparziale e obiettiva". Nelle dichiarazioni ufficiali sulla guerra, i funzionari cinesi si sono rifiutati di definire le azioni della Russia contro l'Ucraina come una "invasione" o una "guerra", ripetendo, invece, il termine russo di "operazione militare speciale".
Allo stesso modo, i media e i diplomatici cinesi hanno reiterato a pappagallo le critiche russe all'adesione degli stati post-sovietici all'alleanza NATO come i "cinque round consecutivi di espansione verso est" di quest'ultima.
Nel marzo e nell'aprile 2022 , infatti, sia il People's Daily che il PLA Daily hanno pubblicato una serie di articoli critici nei confronti della NATO e degli Stati Uniti, accusandoli di avere una "mentalità da guerra fredda", sostenendo che questi ultimi stanno conducendo un "terrorismo finanziario" contro la Russia.
La maggiore cooperazione economica
La Cina sostiene l'economia russa. Come fa notare Elisabetta Wishnick, esperta di relazioni sino-russe, il commercio tra i due Paesi è aumentato nell'ultimo anno. Il volume totale degli scambi nel 2022, infatti, ha raggiunto i 190 miliardi di dollari, segnando un aumento del 34% rispetto all'anno precedente.
Lo scorso anno, inoltre, le importazioni cinesi dalla Russia sono quasi raddoppiate, soprattutto per gli acquisti di beni energetici. La Cina, infatti, ha beneficiato dell'aumento delle importazioni di petrolio e di gas dalla Russia. Attualmente, Pechino riceve da Mosca il 25% del suo petrolio, il 23% del suo carbone, il 10% del suo GNL e il 25% del suo gas, anche se la Cina è lontana dal sostituire l'UE come destinazione del gas russo.
Anche le esportazioni cinesi verso la Russia sono aumentate, segnatamente del 17,8%. Ugualmente, se la Russia rappresenta solo il 3% del commercio cinese, i stretti legami economici sino-russi al momento sono molto più significativi per la Russia. Ed ora gli esperti avvertono che la dipendenza russa dal mercato cinese è destinata a crescere: nel 2022 la Cina rappresentava già il 35% delle esportazioni di petrolio russo.
Pechino, poi, ha ottenuto lauti sconti dalla Russia. Secondo un analista finlandese, infatti, la Cina avrebbe pagato il petrolio russo ad un prezzo inferiore del 16-17% circa. Ed anche prima dell'invasione dell'Ucraina, la Russia forniva alla Cina gas ad un prezzo di favore.
La Cina, dunque, continua a fornire alla Russia un'ancora di salvezza economica. E' diventata, infatti, il suo partner commerciale predominante e il suo principale cliente per merci scontate come prodotti agricoli ed energia.
Una cooperazione militare globale
I leader statunitensi e i loro alleati sono preoccupati per la potenziale assistenza militare della Cina nella guerra russa in Ucraina ed hanno ripetutamente avvertito Pechino di non farlo.
Tuttavia, documenti dell'intelligence statunitense rivelerebbero che, secondo il servizio di spionaggio estero russo, la Commissione militare centrale cinese avrebbe accettato di vendere segretamente armi alla Russia in modo incrementale, anche se altri atti trapelati mostrano come la Cina avrebbe ignorato una richiesta di aiuto del gruppo russo Wagner all'inizio del 2023.
Va detto, però, come alcune tecnologie cinesi a duplice uso sono state trovate sui campi di battaglia ucraini e, per questo, sono state imposte sanzioni ad alcune di aziende cinesi.
Tuttavia, sostiene la Wishnick, la cooperazione militare sino-russa è continuata e si è persino approfondita dopo l'invasione dell'Ucraina, smentendo la pretesa di imparzialità di Pechino nel conflitto.
Il nuovo Ministro della Difesa cinese, Li Shangfu, inoltre, ha scelto la Russia come destinazione per la sua prima visita all'estero, addirittura salutando con favore il contributo di Putin alla pace nel mondo. Nell'occasione, l'alto politico cinese ha identificato tre aree per la futura cooperazione militare con la Russia, inclusa la condivisione di esperienze di combattimento e di intelligence e la partecipazione ad esercitazioni e pattugliamenti militari congiunti.
Dal canto suo Putin, che ha incontrato il Ministro cinese Li, ha sottolineato come la cooperazione militare sino-russa si stia realizzando a livello globale, evidenziando il teatro del Pacifico per sottolineare il potenziale contributo militare della Russia agli interessi di sicurezza della Cina.
In ogni caso, per tutto il 2022 la Cina ha continuato a impegnarsi con le forze armate russe in esercitazioni di addestramento annuali in Russia. Dal 30 agosto al 5 settembre, ad esempio, le Forze armate cinesi (PLA) hanno partecipato all'esercitazione militare annuale VOSTOK-2022 che ha avuto luogo nel Distretto militare orientale della Russia.
Quest'anno è stata la prima volta che la Cina ha inviato unità dell'esercito, della marina e dell'aeronautica, con la Marina della PLA e le navi da guerra russe che hanno condotto esercitazioni congiunte, tra cui un'esercitazione antiaerea a fuoco vivo nel Mar del Giappone.
La PLA, comunque, ha partecipato alle precedenti quattro esercitazioni strategiche annuali russe che si svolgono a rotazione in quattro regioni: VOSTOK a est, TSENTR nella Russia centrale, KAVKAS nel Caucaso e ZAPAD ad ovest.
Sebbene il ministero della Difesa nazionale cinese abbia affermato come la partecipazione della PLA in VOSTOK-2022 "non è correlata all'attuale situazione internazionale e regionale", la Russia ha utilizzato questi esercizi per posizionare le truppe prima di un'invasione. Alla fine del 2021, infatti, attraverso l'esercitazione ZAPAD-2021, Putin è riuscito a posizionare circa 190.000 soldati russi al confine con l'Ucraina.
Nell'agosto 2021, anche Pechino ha ospitato la Russia in una esercitazione strategica di cinque giorni denominata Western/Interaction-2021 (detta anche Zapad/Interaction o Sibu/Interaction) che si svolta nella regione autonoma di Ningxia Hui della Cina nordoccidentale.
Nel 2022, inoltre, la Cina ha iniziato a promuovere la "Global Security Initiative" di Xi, che è uno sforzo per creare un nuovo paradigma di sicurezza internazionale più favorevole alla Cina. Tra i principi chiave dell'iniziativa vi sono l'opposizione alle alleanze militari come meccanismo per raggiungere la sicurezza e all'uso delle sanzioni internazionali.
La cooperazione militare sino-russa nel teatro del Pacifico
Nella logica del nuovo concetto strategico di cooperazione militare globale, va evidenziato il contributo militare che la Russia offre agli interessi di sicurezza della Cina nell'area del Pacifico.
Il 9 giugno scorso, i Capi di Stato Maggiore di Russia e Cina, Valery Gerasimov e Liu Zhenli, hanno confermato la routinizzazione delle esercitazioni militari congiunte in quell'area, a dimostrazione di un accordo di partnership a tutto tondo tra i due Paesi.
L'esercitazione congiunta sino-russa che si è svolta in settimana nel Pacifico, rappresenta, evidentemente, la chiara dimostrazione del nuovo concetto strategico militare di rilevanza mondiale.
In particolare, martedì 6 giugno le forze militari di Cina e Russia hanno effettuato un significativo "pattugliamento strategico aereo congiunto" nella regione dell'Asia-Pacifico, inviando la sesta pattuglia aerea sul Mar del Giappone e sul Mar Cinese orientale. Quattro aerei militari cinesi e quattro russi, infatti, sono entrati nella zona di identificazione aerea della Corea del Sud.
Sempre martedì, il Joint Staff del Ministero della Difesa giapponese ha confermato che due bombardieri cinesi H-6K e due bombardieri russi Tu-95, scortati da due caccia cinesi non identificati, hanno sorvolato insieme il Mar Cinese Orientale e il Mar del Giappone.
Il giorno successivo, mercoledì 7 giugno, l'operazione aerea è stata anche estesa sul Pacifico occidentale. E questa è la prima volta che un'esercitazione del genere viene effettuata da Cina e Russia in due fasi distinte, verso due differenti direzioni.
In tutto, 22 aerei cinesi e russi hanno partecipato al pattugliamento congiunto di mercoledì, che è un numero "inusuale", portando il Governo giapponese ad esprimere serie preoccupazioni a Cina e Russia attraverso i canali diplomatici.
La Russia ha precisato che i suoi aerei sono decollati ed atterrati da un aeroporto in Cina; il che, secondo alcuni analisti, ha consentito ai bombardieri russi di fare rifornimento e ricevere manutenzione.
Oltre alle operazioni aeree si sono sovrapposte anche esercitazioni navali su larga scala. Le marine cinese (PLA Navy) e quella russa, infatti, hanno operato in quell'area lo stesso giorno. In particolare, una flottiglia della PLA Navy, composta da un cacciatorpediniere tipo 055 Anshan e da una fregata tipo 054A Linyi, ha navigavano nel Mar del Giappone.
Il giorno prima, lunedi 5 giugno, il Ministero della Difesa russo ha confermato, invece, che la flotta russa del Pacifico aveva lanciato un'esercitazione nel Mar del Giappone e nel Mare di Okhotsk, inviando oltre 60 navi da guerra e 35 aerei.
In tale contesto, il nuovo concetto strategico della NATO, rivisto per la prima volta dopo 12 anni, è coerente ed attuale, esprimendo l'allarme per il crescente partenariato tra Cina e Russia e per i loro “tentativi che si rafforzano reciprocamente di minare l'ordine internazionale basato su regole".
Degno di nota è anche il vertice NATO di giugno 2022 sia per aver individuato le minacce provenienti dalla Cina, sia per aver incluso per la prima volta i leader di Australia, Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda, con il primo ministro giapponese Kishida che ha affermato come "la sicurezza dell'Europa è inseparabile da quella dell'Asia".




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