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Immagine del redattoreGabriele Iuvinale

Nuova Zelanda: con la "National Security Strategy", l'UE nel sistema di cooperazione di difesa

Aggiornamento: 16 ago 2023

C'è un "alto rischio di guerra nella Regione Indo-Pacifica" e la "forte rete di alleati internazionali è il fulcro della sicurezza nazionale" ed internazionale, afferma il Paese neozelandese. "Stati Uniti, Unione Europea, Australia, AUKUS e Five Eyes Alliance coopereranno sempre di più con noi"


G e N Iuvinale


Il 4 agosto scorso, la Nuova Zelanda ha pubblicato la sua prima Strategia di sicurezza nazionale 2023-2028. "Secure Together" recita il frontespizio del documento, sottolineando l'importanza delle cooperazioni tra Stati che la pensano allo stesso modo.



Foto mappa Nuova Zelanda, credit: Gettyimages

C'è un "alto rischio di guerra nella Regione Indo-Pacifica" denuncia il rapporto. Per questo, la "forte rete di alleati internazionali è il fulcro della sicurezza nazionale" ed internazionale. Stati Uniti, Unione Europea, Australia, AUKUS e Five Eyes Alliance coopereranno sempre di più con il Paese neozelandese.


In particolare, con l'Unione Europea verrà 'rafforzata ulteriormente la cooperazione in materia di difesa".

La National Security Strategy nel mutato contesto geopolitico

Il documento offre una valutazione degli attuali rischi di sicurezza interna ed internazionale.


Riguardo ai primi, la National Security Strategy elabora una precisa politica di sicurezza nazionale, indicando le misure specifiche volte a migliorare le capacità strategiche complessive del Paese e ad ampliare la sua portata dell'influenza strategica.


In risposta, invece, alle sfide poste alla sicurezza regionale (il riferimento alla Cina è chiaro), la Nuova Zelanda ha deciso di aumentare il budget per la difesa, migliorando al contempo la prontezza al combattimento delle forze armate.


Il documento, che si compone di di 37 pagine articolate i due parti, elabora otto interessi, tre priorità principali e dodici questioni fondamentali di sicurezza nazionale, segnatamente:

  • Concorrenza strategica e sfide all'ordine internazionale basato su regole

  • Tecnologie emergenti, critiche e sensibili

  • Disinformazione

  • Ingerenza straniera e spionaggio

  • Terrorismo ed estremismo violento

  • Criminalità organizzata transnazionale

  • Sicurezza economica

  • Resilienza e sicurezza del Pacifico

  • Sicurezza marittima

  • Sicurezza delle frontiere

  • Sicurezza informatica

  • Sicurezza spaziale

Il rapporto afferma che la regione indo-pacifica è l'area centrale della competizione strategica internazionale, aggiungendo che gli "hotspot si verificano frequentemente in questa regione e vi è un alto rischio di guerra o conflitto armato, che può influire sull'ambiente di sicurezza nazionale della Nuova Zelanda".

Il Pacifico Meridionale e l'Antartide

La "National Security Strategy" ha anche menzionato il Pacifico meridionale e l'Antartide.

"Sebbene l'Antartide sia una zona smilitarizzata, non esclude la possibilità che alcuni Paesi proiettino potenza militare nella regione".

"La Nuova Zelanda prenderà la circostante regione del Pacifico come suo nucleo strategico, rafforzerà il controllo sulle aree adiacenti, assicurerà la sovranità marittima e le relazioni esterne ed espanderà ulteriormente il suo potere indirezione dell'Indo-Pacifico".


Il documento - che incorpora le indicazioni della Royal Commission of Inquiry a seguito degli attacchi terroristici a Christchurch masjidain del 2019 - analizza vari punti caldi e gli eventi geopolitici maggiormente rilevanti, riassumendo le sfide geopolitiche che il Paese dovrà affrontare da diversi punti di vista, comprese le istituzioni internazionali, le tecnologie chiave, l'interferenza straniera e lo spionaggio, il terrorismo e l'estremismo, la sicurezza delle informazioni e la sicurezza informatica, ecc., coprendo aree geopolitiche tradizionali e non.


Secondo il rapporto, la Nuova Zelanda sta attualmente affrontando complessi cambiamenti ambientali esterni ed interni ed è anche sotto pressione per le prossime elezioni generali.


Pertanto, "al fine di affrontare efficacemente le sfide geopolitiche, la Nuova Zelanda adotterà misure nei seguenti ambiti:


  • in termini di innovazione scientifica e tecnologica, verranno prese misure a lungo termine per sostenere l'innovazione e lo sviluppo di tecnologie nazionali chiave e per aiutare a superare gli ostacoli che si frappongono al loro sviluppo. Inoltre, limiterà l'esportazione di alcune tecnologie sensibili chiave attraverso trattati o dogane internazionali per garantire la sicurezza tecnologica (anche in questo passaggio, la Cina appare il destinatario principale della prescrizione);

  • nel campo della cooperazione internazionale, la Nuova Zelanda ha deciso di migliorare le sue capacità di risposta al rischio attraverso un sistema cooperativo. Nello specifico, il Paese investirà attivamente e sosterrà lo sviluppo degli Stati amici del Pacifico; coopererà con loro sulle questioni climatiche; fornirà formazione al personale di sicurezza e rafforzerà la cooperazione sulla sicurezza delle informazioni. Inoltre, attraverso la cooperazione regionale, la Nuova Zelanda compenserà la mancanza di profondità strategica causata dalle sue piccole dimensioni e migliorerà le sue molteplici capacità geopolitiche.

Il sistema di sicurezza basato su una logica cooperativa

La Nuova Zelanda ha sottolineato anche che la forte rete di alleati internazionali è il fulcro della sua sicurezza nazionale.

In futuro, in particolare, "lavorerà con loro per costruire un sistema di sicurezza su tre aspetti":

  • l'allenza fondamentale con gli Stati Uniti. Il 27 luglio, il Segretario di Stato americano Blinken ha visitato il Paese, affermando che la porta di AUKUS - il patto di sicurezza trilaterale tra Australia, Regni Unito e Stati Uniti - è "aperta" alla Nuova Zelanda. Il Paese, inoltre, ottiene informazioni riservate di difesa attraverso la Five Eyes Alliance, di cui fa parte insieme ad Australia, Canada, Regno Unito e USA, e ciò gli offre le capacità necessarie per garantirsi la propria sicurezza nazionale soprattutto attraverso gli Stati Uniti. Alcuni analisti ritengono che, sulla base dell'adesione alla "politica non nucleare", la Nuova Zelanda potrà in futuro cooperare con i suoi alleati nei campi dell'intelligenza artificiale e della tecnologia quantistica.

  • lo status di stretto alleato dell'Australia. L'Australia e la Nuova Zelanda sono geograficamente vicine l'una all'altra, hanno un background culturale e politico simile ed hanno stretto stretti legami di difesa. Un obiettivo chiave per la sicurezza nazionale della Nuova Zelanda sarà quello di coordinarsi strettamente con l'Australia, afferma il documento;

  • l'attenzione all'Europa. Il rapporto ritiene che i "Paesi europei e la Nuova Zelanda abbiano sistemi e valori politici simili e la Nuova Zelanda rafforzerà ulteriormente la cooperazione in materia di difesa con i paesi dell'UE".


Infine, va sottolineato come un recente rapporto predisposto dal Servizio statale di spionaggio dal titolo Security Threat Environment 2023, pubblicato il 10 luglio, nomina Cina, Iran e Russia come Stati che conducono interferenze straniere in Nuova Zelanda.


"C'è un piccolo numero di stati che conducono interferenze straniere in Nuova Zelanda, ma la loro capacità di causare danni è significativa", si legge.


Scarica la NEW ZEALAND’S NATIONAL SECURITY STRATEGY 2023-2028 qui.


(Riproduzione riservata, citare la fonte)



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